Omicidio Bozzoli, Oscar Maggi è stato assolto

L’operaio della fonderia di Marcheno era accusato di omicidio volontario in concorso con Giacomo Bozzoli
Oscar Maggi, ex operaio della fonderia Bozzoli di Marcheno - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
Oscar Maggi, ex operaio della fonderia Bozzoli di Marcheno - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
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Giacomo Bozzoli uccise lo zio Mario da solo. Con lui, la sera dell’8 ottobre di dieci anni fa, nella fonderia di Marcheno, Oscar Maggi non c’era. Ne è convinto il giudice dell’udienza preliminare Stefano Franchioni che ha assolto il 50enne operaio della fonderia di Marcheno, per il quale il sostituto procuratore Benedetta Callea aveva chiesto una condanna a trent’anni di reclusione.

Si è concluso così il processo a carico dell’operaio per l’omicidio di Mario Bozzoli, l’imprenditore bresciano svanito nel nulla all’interno della sua azienda l’8 ottobre 2015.

La reazione

Oscar Maggi, all’epoca dei fatti dipendente della fonderia di Marcheno, è l’uomo che riattivò i filtri dopo la fumata anomala che per gli inquirenti rappresenta il momento in cui Mario Bozzoli è stato gettato nel forno. Maggi, difeso dagli avvocati Vera Cantoni, Matteo Pagani e Guglielmo Scarlato, non era in aula. È stato raggiunto dalla notizia al telefono. «Piangeva» ha detto dopo aver riattaccato l’avvocato Cantoni.

In aula c’erano la moglie di Mario Bozzoli, Irene Zubani, ed i suoi figli Giuseppe e Claudio. Accompagnati dagli avvocati Vanni e Vieri Barzellotti hanno lasciato il tribunale senza commentare l’assoluzione. «Per capire bisogna leggere le motivazioni» hanno detto i loro legali.

Gli avvocati

Commenti ne hanno fatti gli avvocati di Maggi. «Abbiamo creduto nell’innocenza di Maggi dall’inizio – ha detto Vera Cantoni - abbiamo studiato tanto, abbiamo utilizzato tutti gli elementi che consentiva il processo abbreviato. Siamo soddisfatti». «Siamo soddisfatti anche per il nostro cliente. Per Maggi – ha detto l’avvocato Matteo Pagani – sono stati dieci anni di inferno, nei quali è stato sottoposto a pressioni fortissime, oltre alla gogna mediatica. Si meritava questa assoluzione».

I possibili elementi

In attesa di leggere le motivazioni della sentenza l’avvocato Guglielmo Scarlato prova ad indicare gli elementi sui quali il giudice potrebbe aver fondato le sue convinzioni. «Sin dall’inizio – ha detto a caldo il legale dell’operaio – Maggi offre l’immagine del muletto di Mario Bozzoli vicino alla pesa del forno con i pani poggiati e col motore acceso. Quindi l’attività investigativa in direzione del forno l’ha orientata lui. L’avrebbe orientata contro se stesso se avesse pianificato un omicidio? Possiamo crederlo possibile? Evidentemente no. E allora – si chiede l’avvocato Scarlato – se non è stato coinvolto nella pianificazione come si può pensare che Maggi sia concorrente necessario nel delitto?».

Per l’omicidio dell’imprenditore bresciano, per ora resta una sola condanna. Quella definitiva all’ergastolo di Giacomo Bozzoli, nipote della vittima che si trova in carcere da oltre un anno e che attende gli sviluppi dei futuri gradi di processo nei quali sarà impegnato il suo ex dipendente nella speranza di poter riaprire il suo caso.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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