Case popolari, a un anno dall’inizio della protesta restano i problemi

Il Comune ha deciso di avviare i lavori entro fine anno, l’Aler ha aperto uno sportello che fa da ponte tra agenzia e inquilini
Le condizioni di una casa popolare a Casazza - © www.giornaledibrescia.it
Le condizioni di una casa popolare a Casazza - © www.giornaledibrescia.it
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Il punto è che non si dovrebbe arrivare a questo punto. Non si dovrebbe aspettare che i ballatoi si allaghino, che la muffa scrosti i muri, che gli ascensori restino inceppati per mesi intrappolando anziani e disabili in casa, che il tetto sia impregnato d’acqua, che famiglie e bambini trascorrano inverni al gelo perché i caloriferi non funzionano o perché i responsabili delle manutenzioni non hanno completato i lavori, non si dovrebbe arrivare fino al crollo di un controsoffitto dopo un rosario di segnalazioni cadute nel vuoto. Ma dato che ci si è arrivati, è tempo di bilanci.

A un anno dal via della protesta degli inquilini delle case popolari – una mobilitazione guidata da Diritti per tutti – per chiedere di poter vivere in alloggi dignitosi e per ricordare a istituzioni ed enti che avere un basso reddito non significa essere «cittadini di serie C», i problemi restano. Ma qualcosa (seppur in parte) ha iniziato a muoversi. Cioè? Gli alloggi comunali stanno ricevendo i primi interventi ed altri sono stati segnati in agenda. Quelli dell’Aler, per il momento, sono invece sospesi «in una programmazione vaga, senza un calendario degli interventi. Il problema è stato riconosciuto ed ammesso, ma le promesse restano ancora in divenire e da verificare».

Bilancio e bilanci

Daniela, Cinzia, Andrea e gli altri hanno scelto di parlare dal cortile di via Carpaccio, a San Polo: è lì che si è accesa la miccia della protesta (culminata con lo sciopero del pagamento delle spese condominiali), una denuncia che ha dato il coraggio ad altre voci di farsi avanti. E che riguarda la dignità di centinaia di persone. Si sono moltiplicate le assemblee, i picchetti, le lettere. Decine di famiglie si sono unite e alcune zone hanno individuato dei rappresentanti. «Abbiamo ottenuto risultati che riteniamo positivi, ma ancora parziali» ricorda Umberto Gobbi per Diritti per tutti.

Una casa in attesa di manutenzione dal 2022 - © www.giornaledibrescia.it
Una casa in attesa di manutenzione dal 2022 - © www.giornaledibrescia.it

Per i residenti delle case di proprietà comunale i frutti iniziano a palesarsi. L’incontro del 19 luglio con l’assessore al Welfare Marco Fenaroli è stata una bussola sulla seconda fase degli interventi in via Carpaccio. Entro fine agosto il Comune deciderà se rifare completamente il tetto (installando anche pannelli fotovoltaici) o se procedere con semplici riparazioni e con la sostituzione di tutti gli infissi: l’impegno è comunque ad avviare i lavori entro l’anno. Nel frattempo, sono già state sostituite le valvole del riscaldamento, sistemati i ballatoi, gli aspiratori e gli impianti elettrici. «Risultati ottenuti anche grazie alla pressione costante che arriva dal basso», sottolinea Gobbi. Cui fa eco Cinzia: «Noi siamo rimasti uniti. Mano a mano che vediamo i lavori, paghiamo le spese, altrimenti sospendiamo di nuovo i pagamenti».

Diverso il discorso per gli alloggi Aler, l’Agenzia lombarda per l’edilizia residenziale che fa capo alla Regione. Anche con i vertici di viale Europa si è tenuto un incontro (il 19 giugno). Cinque le richieste avanzate dai residenti: porte d’ingresso e citofoni funzionanti, ascensori utilizzabili, un interlocutore stabile con gli inquilini e maggiore manutenzione. «Aspettiamo: ci siamo dati tre mesi di tempo –fa sapere Gobbi –: se non vedremo cambiamenti concreti, la protesta ricomincerà». Anche in questo caso, un passo è stato compiuto: dopo anni di lamentele per le mancate risposte a mail e sollecitazioni, l’Aler ha infatti aperto uno sportello in via del Sarto, un servizio che dovrebbe fare da ponte tra Agenzia e inquilini e fornire risposte concrete.

Prospettive

A qualcuno è rimasta ancora un po’ di pazienza, altri l’hanno erosa del tutto. E ricordano: «Fatto sta che, dopo anni di segnalazioni, qui i problemi restano e non si capisce quando si risolveranno». Gli stessi residenti iniziano a notare la differenza tra gli immobili di proprietà comunale e quelli dell’Aler: dove la proprietà è pubblica, gli interventi sono stati avviati; dove c’è Aler, «la macchina sembra ancora ferma ai blocchi di partenza».

Il rischio – è inutile nasconderlo – è che si crei una ulteriore disparità e disuguaglianza, nonostante la Lombardia, «locomotiva d’Italia», non abbia proprio un bilancio risicato. E la pazienza di chi nelle case popolari vive è sempre più sottile. Il nodo centrale resta quello delle spese condominiali, cresciute fino a toccare i 900 euro al mese. Aler ha riconosciuto che gli aumenti sono stati sproporzionati, ma ha anche chiarito di non avere la forza né il compito di farsene carico. «Su questo servono decisioni politiche», rimarca Gobbi.

Muffa e infiltrazioni in una casa popolare San Bartolomeo - © www.giornaledibrescia.it
Muffa e infiltrazioni in una casa popolare San Bartolomeo - © www.giornaledibrescia.it

Nei 15 piani della torre Michelangelo vivono 54 famiglie: l’ascensore è fermo da mesi. «Ce n’è uno solo che funziona a intermittenza» denunciano gli inquilini. L’anno scorso, entrambi sono rimasti bloccati per cinque mesi consecutivi. Nella torre Raffaello la situazione è simile. Andrea, residente al civico 74, si rivolge direttamente all’Aler: «Noi qui siamo dimenticati. Vi chiedo: venite a vedere come vive il popolo».

Le lamentele si sommano. Porte d’ingresso sempre aperte, citofoni fuori uso, ascensori bloccati, infiltrazioni. La lista è lunga. Le risposte da valutare in autunno, quando si tireranno le somme. Intanto, nei palazzoni popolari della «locomotiva d’Italia», la battaglia continua. Per restare a bordo. Anche senza biglietto di prima classe.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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