Morto in azienda a Lograto, l’operaio scriveva: «Mi fanno male le gambe, non so quanto resisto»

La Redazione Web
Così si sfogava nei messaggi ad un’amica il 46enne Matteo Cornacchia, che avrebbe avuto un’invalidità all’80%. «È da un anno che non riesco a tenere le gambe dritte e non sopporto più il dolore»
Cornacchia, il racconto della sofferenza
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«Non so ancora per quanti mesi riesco a fare la mia mansione lavorativa. È da circa un anno che non riesco a tenere le gambe dritte e quando sono in quella posizione non sopporto più il dolore oltre 10 minuti». A scrivere questi messaggi all’amica Cristina Picinali, il 17 novembre 2023, è il 46enne Matteo Cornacchia, morto ieri nell’azienda di Lograto dove lavorava, travolto da una lastra di metallo che si è staccata da un carroponte.

  • I messaggi che Cornacchia aveva scritto all'amica
    I messaggi che Cornacchia aveva scritto all'amica
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«Sono a pezzi - commenta la giovane sulla sua pagina Facebook, dove ha pubblicato gli screenshot della conversazione WhatsApp con l’amico, che accompagna con un post disperato -. La nostra società fa schifo, il mondo del lavoro e le tutele dei lavoratori fanno schifo. Il tuo fisico non ce la faceva più, per non parlare del tuo stato d'animo dopo tutti questi anni. Scusami se pubblico le nostre conversazioni ma la gente deve sapere». Il riferimento è ai presunti problemi di salute di Cornacchia, che avrebbe avuto un’invalidità all’80%.

Le indagini

I Carabinieri, i Vigili del fuoco e i tecnici della medicina del lavoro stanno cercando di capire se l'incidente sia stato provocato da un errore umano o, come ipotizzano i sindacalisti, da un cedimento delle attrezzature. Al momento il datore di lavoro è stato iscritto nel registro degli indagati e il carroponte posto sotto sequestro.

La posizione dell’azienda

L’avvocato Andrea Puccio, legale della società siderurgica Dall’Era di cui era dipendente Cornacchia, ha dichiarato: «La proprietà è ancora molto scossa per quanto accaduto al proprio dipendente e si stringe attorno alla famiglia in questo momento di dolore. In ragione della delicatezza della situazione, allo stato, non si intende replicare alle accuse mosse da alcuni rappresentanti sindacali. Al contrario, la società si è prontamente attivata, mettendosi a completa disposizione degli organi inquirenti, al fine di agevolare l’attività investigativa dell’Autorità Giudiziaria e di chiarire la reale dinamica dei fatti».

L’addio

La salma del 46enne si trova nella Casa del Commiato Zammarchi di Lograto e da qui partirà venerdì 26 aprile alle 16.30 per l'ultimo viaggio verso il cimitero di Travagliato. Non ci sarà nessuna funzione religiosa.

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