Medici di base e ospedali, per Cgil e Cisl la tenuta è a rischio

Secondi i sindacati, il modello di sanità territoriale che si sta cercando di applicare non tiene conto della fatica dei protagonisti del Servizio sanitario: i medici di famiglia
Un medico di base
Un medico di base
AA

«C’è la Lombardia ospedalocentrica e c’è il desiderio di costruire un sistema che favorisca la presa in carico dei cronici e dei fragili attraverso la medicina di prossimità. Un desiderio che si scontra con problematiche oggettive».

La situazione per Fp Cgil

Parla di una Regione che si muove a due velocità Nadia Lazzaroni, segretaria della Fp Cgil Brescia: «Il modello di sanità territoriale che si sta cercando di applicare con estrema fatica dei veri protagonisti del Servizio sanitario fa perno sui medici di famiglia, ma questi sono pochi, hanno tanti assistiti e un carico di lavoro notevole. Le Case di comunità in cui dovrebbero entrare procedono spedite a livello di cantieri, ma la carenza di forza lavoro è innegabile. E la sanità è fatta di persone, non di muri». Da qui la preoccupazione «rispetto la realizzazione del sistema territoriale, ma anche la tenuta degli ospedali. La sanità centrata sulle prestazioni e non sulla persona continua a far crescere le liste di attesa e il Cup (che doveva partire in estate dalla nostra provincia, ndr) è ancora una chimera». Ancora: «Siamo in stato di agitazione nel privato perché tutti i contratti del personale sanitario oltre ad avere retribuzioni più basse e minori diritti sono scaduti. E il privato vive di accreditamento con fondi pubblici».

«Il personale, poco e stremato, si sposta da un ente all’altro. Gli Oss del privato, Rsa comprese, stanno migrando verso il pubblico in cerca di una retribuzione più dignitosa e di migliori condizioni di lavoro. Molti gli infermieri e i medici che passano alla libera professione. Una sorta di babele, in cui a pagare pegno della mancata programmazione dei bisogni di salute sono i cittadini».

La Cisl

Parla di «errore di programmazione» anche Maria Luisa Loda della Segreteria provinciale della Cisl: si riferisce alla mancanza di medici di famiglia evidente nella nostra provincia.

«Sono lo snodo fondamentale della riforma: la medicina territoriale, per funzionare, ha bisogno di loro. La professione - sostiene - va resa più attrattiva: bisogna consentire loro di potersi dedicare maggiormente al lavoro di medico e aumentare riconoscimenti e gratificazioni».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.