CronacaGarda

Legambiente, sul lago di Garda +27% di turisti in 10 anni

La Redazione Web
Nei mesi estivi 18 milioni di presenze annuali. Il maggior picco è sulla sponda veneta (+32%), seguita da quella lombarda (+23%) e da quella trentina (+19%): boom di Lonato, Padenghe, Manerba e Toscolano
La Rocca di Manerba vista dall'alto - Foto © www.giornaledibrescia.it
La Rocca di Manerba vista dall'alto - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Tra il 2014 e il 2024, nei 23 Comuni rivieraschi del lago di Garda tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige, le presenze turistiche hanno registrato un incremento del 27%, con il maggior picco sulla sponda veneta (+32%), seguita da quella lombarda (+23%) e da quella trentina (+19%). Lo ha evidenziato un'elaborazione dei dati Istat presentata da Legambiente oggi a Peschiera del Garda in un incontro sul tema dell'eccessiva affluenza turistica nei comuni lacustri, durante la tappa veneta della campagna nazionale «Goletta dei Laghi».

Il quadro

Nei quattro mesi estivi – è stato evidenziato – le presenze sul Garda arrivano a oltre 18 milioni su una popolazione residente di 190.000. In particolare sui comuni del Garda veronese l'aumento medio delle presenze turistiche tra il 2009 e il 2024 è stato del 49%. Particolarmente significativi quelli nei comuni di Lazise (+65%) e Peschiera (+59%), ben oltre la media complessiva.

Anche sul versante lombardo del Garda alcune località negli ultimi dieci anni hanno registrato aumenti delle presenze turistiche superiori alla media: Lonato segna un +50% nel decennio; Padenghe +45%, mentre Manerba e Toscolano Maderno fanno segnare +36%. Infine, sul versante trentino, l'incremento delle presenze è significativo, in particolare nei comuni di Nago-Torbole e Riva, che in 10 anni registrano un +8,6% e un +24%.

Legambiente Veneto, Lombardia e Trento

«L'impatto crescente del turismo nei territori lacustri – dichiarano Luigi Lazzaro, Barbara Meggetto e Andrea Pugliese, presidenti di Legambiente Veneto, Lombardia e Trento – in particolare nell'area gardesana, impone una riflessione profonda sul modello di sviluppo che è stato adottato finora. Troppi turisti in troppo poco spazio significano meno vivibilità per chi ci abita, servizi al limite della capacità, squilibri economici crescenti e un ambiente sempre più fragile. L'obiettivo è costruire un modello di turismo più equilibrato, responsabile e sostenibile, capace di tutelare il territorio e garantire benefici che siano duraturi per le comunità locali».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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