Più malattie professionali e infortuni: maglia nera per Brescia

La nostra provincia è in controtendenza con i dati regionali e nazionali. Domani la 75esima giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro
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Lavoro, 18 morti in 8 mesi nel Bresciano
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È una vertigine senza fine. E che anzi rischia di trovare nuova linfa. Perché tra infortuni sul lavoro e malattie professionali, i dati elaborati da Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) sulle denunce all’Inail raccontano che la piena sicurezza nei luoghi di lavoro è ancora una chimera.

I dati

Tra gennaio e agosto gli infortuni totali denunciati nel Bresciano sono infatti persino cresciuti (seppur di poco: 1,1%) rispetto allo stesso periodo del 2024. Erano 10.049 lo scorso anno, se ne contano 10.160 nei primi otto mesi del 2025. Una crescita che peraltro è in controtendenza rispetto alla media nazionale e regionale. Se la variazione in Italia è del -0,7% di infortuni sul lavoro, in Lombardia è del -1,7%. E Brescia è l’unica provincia lombarda insieme a Lodi a registrare un incremento.

Colpisce poi l’esponenziale crescita delle malattie professionali denunciate: nel Bresciano si è passati in un anno da 590 a 797 denunce. Una crescita del 35% che è il record regionale e ben sopra la media italiana (8,9%).

La spiegazione

L’incremento diffuso - spiega Inail - è il frutto della maggiore attenzione da parte dei medici. Ma è al tempo stesso un indicatore nitido dello stato di salute del mondo del lavoro in Italia.

«È un’emergenza ancora attuale - spiega il presidente di Anmil Brescia Roberto Valentini - anche perché bisogna interpretare i dati con il momento storico caratterizzato dalla forte contrazione delle ore di lavoro. Credo che se si analizzassero gli infortuni in base alle ore lavorate, emergerebbe che non siamo messi tanto meglio rispetto al passato».

Di certo negli ultimi anni la sensibilizzazione è cresciuta negli stabilimenti.

«C’è maggiore attenzione sulla sicurezza, soprattutto nelle grandi aziende. Ma a Brescia ci sono soprattutto piccole e medie imprese e artigiani. Ed è qui che registriamo le percentuali maggiori di infortuni, anche mortali».

I più colpiti

I settori maggiormente colpiti dal fenomeno sono quelli storici: edilizia, agricoltura, logistica. Sono vere e proprie bolle dove i rischi per i lavoratori sono dietro l’angolo.

In tutto il 2024 nel Bresciano 39 persone sono morte mentre stavano facendo il proprio mestiere; da gennaio ad agosto di quest’anno sono 18, mentre nello stesso periodo dello scorso anno erano già 24. Si registra una timida contrazione, ma non si tratta di numeri. Sono persone, volti, storie, famiglie devastate.

Il ricordo

È in questo contesto e in questo momento storico che domenica 12 ottobre si terrà anche a Brescia la 75esima giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro.

«Non vanificheremo il dovere intrinseco di questa paradossale ricorrenza, paradosso che risiede nel celebrare la memoria di quanti abbiano perso la vita o l’integrità fisica per adempiere al pilastro sul quale si fonda la nostra Repubblica - spiega Valentini -. La giornata che appartiene a tutti i lavoratori presenti, futuri e pensionati del Paese dove portare un grido unanime verso il cambiamento. Verso una presa in carico determinata al porre fine ad una strage continua, verso l’investimento immediato per la costruzione di un reale Stato sociale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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