Sicurezza sul lavoro: meno vittime, ma più malattie professionali

Nella prima metà dell’anno, nel Bresciano, gli infortuni sul lavoro restano più o meno stabili (9.463 contro i 9.276 dello stesso periodo 2024), ma calano a doppia cifra quelli mortali, che passano dai 22 nei primi 6 mesi del 2024 ai 17 di fine luglio 2025 (-22,7%). Di contro, registrano una significativa impennata le malattie professionali: stando agli open data Inail al 31 luglio 2025, le patologie di origine professionale denunciate nella nostra provincia risultano 726, in aumento del 36,8% rispetto alle 530 dello stesso periodo del 2024. A evidenziarlo sono i dati resi noti dall’Inail Lombardia in occasione delle sigla, nella sede milanese dell’istituto, di un nuovo protocollo d’intesa «per una tutela dei lavoratori più efficace e digitale».
I dati
Il trend dei numeri bresciani, spiega la direttrice regionale dell’Inail Alessandra Lanza, appare in linea con quello regionale, anche per quanto concerne le malattie professionali. «Nel Bresciano registriamo un aumento speculare a quello che registriamo in tutta la regione», sintetizza Lanza che evidenzia come l’85% delle malattie professionali, in provincia come in regione, riguardino «malattie muscolo scheletriche, quindi patologie da movimenti ripetuti piuttosto che da sovraccarico biomeccanico». In pratica, malattie legate alla forte vocazione manifatturiera del nostro territorio come di quello lombardo.
«Una parte dell’aumento riguarda anche i tumori professionali, che stiamo monitorando» aggiunge la direttrice che sottolinea:«L’emersione avviene oggi a causa della latenza di queste patologie, una latenza che può durare anche molti anni o addirittura decenni. Oggi si pagano purtroppo i danni per esposizioni al rischio avvenute quando non c’erano la cultura e l’attenzione ai temi della sicurezza sul lavoro che invece esistono oggi».
Il protocollo
Del resto, non è un caso che i numeri relativi al primo semestre 2025 siano stati illustrati in concomitanza con la presentazione del nuovo protocollo. Il documento, infatti, richiama quello siglato da Inail e patronati nel giugno 2020, che attraverso una gestione sinergica delle criticità ha permesso di garantire, anche durante l’emergenza pandemica, la continuità dei servizi ai cittadini. Il nuovo documento amplia e consolida la collaborazione, potenziando l’uso di strumenti innovativi per una tutela più efficace e completa.
Quattro, nel dettaglio, i pilastri: servizi più rapidi e accessibili grazie all’introduzione di strumenti digitali più evoluti; uniformità su tutto il territorio; potenziamento del reinserimento lavorativo e maggiore sicurezza anche nelle realtà piccole o piccolissime grazie ad iniziative formative ed informative ad hoc.
Risultati
«L’accordo è la prova di come la collaborazione e il dialogo possano generare risultati concreti – dice Lanza –. Il protocollo assumerà piena applicazione grazie al ruolo proattivo di tutte le sedi Inail lombarde e le declinazioni territoriali degli istituti di patronato con cui abbiamo lavorato in stretto raccordo, condividendo le competenze e mettendo a punto soluzioni innovative».
Poi aggiunge: «Continueremo a investire nella formazione specifica e costante, perché crediamo che solo attraverso un percorso di apprendimento reciproco si possa costruire un sistema più efficiente».
Soddisfatti anche gli esponenti dei patronati: «Il protocollo è un atto importante perché definisce il perimetro entro il quale patronati e Inail devono svolgere la loro attività. Tanto più le regole definite saranno rispettate, tanto più efficace sarà l’attività di tutela nei confronti dei cittadini» , dichiara Massimo Bocci, per il raggruppamento patronati Cipla. Francesco Castellotti, per il raggruppamento patronati CePa, aggiunge: «Il protocollo deve essere un passo avanti per la tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori».
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