Landini a Brescia: «La Manovra danneggia il lavoro dipendente»

Venerdì alle 9.30 lo sciopero generale indetto dalla Cgil. «Oggi siamo al paradosso che un dipendente paga più tasse del suo datore di lavoro sui profitti che il lavoratore stesso gli ha fatto realizzare»
Maurizio Landini - © www.giornaledibrescia.it
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Il conto alla rovescia è iniziato. La data «x» è venerdì 12 dicembre, il giorno designato per lo sciopero generale indetto dalla Cgil contro la Legge di Bilancio. «Ci saranno manifestazioni in ogni città d’Italia e ci aspettiamo una grande partecipazione – commenta il segretario generale della Cgil Maurizio Landini dalla Camera del Lavoro di Brescia –. Siamo convinti che la maggioranza dei lavoratori e dei pensionati abbia capito che questa manovra danneggia il lavoro dipendente e che non si sente rappresentato dalle politiche di questo governo».

Quella di oggi è stata una giornata tutta bresciana per Landini, che è prima arrivato allo stabilimento cittadino dell’Iveco in un’assemblea con i lavoratori e poi all’Aula Montini del Civile. Luoghi non casuali, perché quello industriale e sanitario sono due tra i comparti secondo la Cgil più danneggiati dalla manovra. «Siamo di fronte a un governo che da una parte assume tutte le peggiori norme europee di austerità e di taglio alla spesa sociale e dall’altra adotta la sola spesa per le armi. Riteniamo non sia questa la strada».

Prerogative

Dove prendere i soldi allora, per far quadrare i conti e rientrare nei parametri europei? Landini ha pochi dubbi: «Innanzitutto fermare il riarmo: non significa chiedere il disarmo ma fermare l’aumento della spesa militare». In secondo luogo «si può introdurre una tassazione progressiva anche sui profitti, sulla rendita finanziaria e immobiliare, prendendo i soldi a chi ha visto crescere la propria ricchezza. Oggi siamo al paradosso che un lavoratore dipendente paga più tasse del suo datore di lavoro sui profitti che il lavoratore stesso gli ha fatto realizzare. Oggi in Italia si può essere poveri lavorando».

Il segretario della Cgil interviene anche sul destino di Iveco e su un’acquisizione che interessa da vicino migliaia di bresciani: «I nuovi proprietari devono ancora presentare un piano industriale; per il resto è evidente che la famiglia voglia dismettere progressivamente tutte le attività industriali, hanno pensato ai loro dividendi più che allo sviluppo del nostro Paese. Credo che sia possibile vincolare chi ha acquisito Iveco a dare corso alle competenze e tecnologie che già ci sono».

Lo sciopero bresciano di venerdì avrà la sua rappresentazione plastica con un corteo che prenderà avvio alle 9.30 da via San Faustino per dirigersi verso piazza Paolo VI. Alla manifestazione aderiscono anche la Cgil Cremona e Cgil Valle Camonica e Sebino e si preannuncia una partecipazione importante.

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