Inizia la scuola tra sperimentazioni e nodi del personale

Circa 150mila bresciani tornano tra i banchi, ma il 10 per cento dei supplenti ha rinunciato, mancano gli Ata e si attendono docenti di ruolo e nuovi presidi
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Scuola, in classe 150mila studenti
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Suona la prima campanella, tacciono i telefonini – almeno in classe. Ma il divieto di utilizzo dello smartphone anche a fini didattici sino alla terza media è solo una (e nemmeno la più significativa, per quanto faccia discutere) delle novità previste per l’anno scolastico che comincia oggi a Brescia (con alcuni primi giorni anticipati a ieri e le scuole dell’infanzia aperte da giovedì scorso) come nel resto della Lombardia.

Novità

La principale è senz’altro la riforma dell’istruzione tecnica e professionale che introduce la «filiera formativa tecnologico-professionale 4+2», ovvero quattro anni di percorsi tecnici e professionali, seguiti da altri due negli Its, Istituti tecnici superiori; l’obiettivo è il conseguimento in sei anni di un titolo di alta specializzazione tecnica. Si tratta di una sperimentazione, come dire che la scuola si mette alla prova guardando al futuro.

E che l’inizio delle lezioni corrisponda a quello di un nuovo periodo di verifiche per lo stesso sistema dell’istruzione, oltre che per gli studenti, lo dimostra innanzitutto il «nodo» del reclutamento dei docenti, purtroppo ricorrente ma quest’anno particolarmente intricato in provincia di Brescia, dove circa tremila supplenti hanno ricevuto la nomina sabato 31 agosto, si sono presentati nelle rispettive sedi scolastiche lunedì 2 settembre e sono stati rimandati a casa perché l’Ufficio scolastico territoriale ha ritenuto di rifare le operazioni di reclutamento.

Colpa di una «errata individuazione delle disponibilità iniziali», ha fatto sapere l’Ust in una nota, mentre in un successivo incontro tra la dirigente Filomena Bianco e i rappresentanti dei sindacati della scuola si è precisato ulteriormente che sono stati «errori di comunicazione» tra presidi e Ufficio di via Sant’Antonio a causare il problema.

Sotto controllo

La situazione, però, si è sistemata già nei giorni scorsi. «Resta da coprire un 10% di posti ai quali gli assegnatari hanno rinunciato», riferisce Luisa Treccani, segretaria generale della Cisl Scuola di Brescia, spiegando che si provvederà attingendo ancora alle Gps (Graduatorie provinciali supplenze, alla base delle nomine precedenti insieme alle Gae-Graduatorie a esaurimento).

Nel frattempo sono attese due diverse tornate di immissioni in ruolo: entro il prossimo 31 dicembre ed entro il 2025. Per quanto riguarda quest’ultima, Treccani dice che «non è ancora stato fatto nulla»; quanto a quella più vicina (ma il cui termine è slittato rispetto al consueto 31 agosto a causa del ritardo nella pubblicazione delle graduatorie del concorso Pnrr), «i posti sono stati accantonati dai presidi che hanno chiamato i supplenti direttamente dalle graduatorie d’istituto e li hanno assunti tramite contratto con clausola risolutiva: significa che quando arriveranno i docenti di ruolo, se ne andranno». Con buona pace della continuità didattica. Quanti siano al momento questi posti «è impossibile dire, abbiamo solo il dato nazionale: 45mila».

Gli incarichi

Per ora non si sa neppure quanti dirigenti prenderanno servizio nel Bresciano dopo che sabato scorso il Tar del Lazio ha dato il via libera all’assunzione di 519 presidi in tutta Italia, vincitori del concorso riservato, contro cui avevano fatto ricorso gli aspiranti dirigenti coinvolti nell’ordinario. Quel che è certo è che l’alto numero di reggenze (ossia di doppio incarico) per l’anno scolastico 2024/’25 – ben 45 – è destinato a diminuire.

Resta invece molto ampio il divario tra assunzioni e posti vacanti per quanto concerne il personale Ata (Amministrativo, tecnico, ausiliario) – 234 contro 730 – che le scuole stanno reclutando attraverso le segreterie. E, ancora, rimane la nota carenza di docenti di sostegno.

Di «nuove e vecchie sfide e rinnovate problematicità», caratteristiche di ogni nuovo inizio, parla anche la dirigente Bianco nell’augurio di buon anno che ha voluto indirizzare per iscritto a studenti e loro famiglie. I bresciani che tornano in classe in questi giorni sono circa 150mila, tra cui 13mila intraprendono la nuova avventura della scuola superiore.

  • Primo giorno di scuola alla Rodari
    Primo giorno di scuola alla Rodari - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Primo giorno di scuola alla Rodari
    Primo giorno di scuola alla Rodari - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Primo giorno di scuola alla Rodari
    Primo giorno di scuola alla Rodari - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Primo giorno di scuola alla Rodari
    Primo giorno di scuola alla Rodari - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Primo giorno di scuola alla Rodari
    Primo giorno di scuola alla Rodari - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
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  • Primo giorno di scuola alla Rodari
    Primo giorno di scuola alla Rodari - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
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    Primo giorno di scuola alla Rodari - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it

Il saluto della sindaca

(Francesca Marmaglio)

Sono circa 12.600 (il dato è ancora in evoluzione) i bambini e ragazzi degli istituti comprensivi delle primarie e secondarie della città che oggi hanno affrontato il primo giorno di scuola. La sindaca Laura Castelletti, con l’assessora Anna Frattini, l’assessora regionale Simona Tironi e la dirigente dell’ufficio scolastico Filomena Bianco, ha incontrato i piccoli studenti della scuola primaria Rodari in via Albertano Da Brescia: «Grazie per averci permesso di esserci oggi, in questo giorno importante per voi – ha detto la sindaca –. Abbiamo scelto di essere qua perché la vostra scuola è speciale, molto bella, e realizzate progetti importanti. Oggi ho attraversato la città per venire qui e vedere tanti bimbi e ragazzi con lo zaino in spalla, mi ha dato molto felicità, mi ha dato l’idea della città che ricomincia a muoversi. Buon anno scolastico, godetevi la scuola e i vostri maestri e maestre che fanno un lavoro straordinario».

I dati (che saranno presto resi pubblici) riferiscono che le zone nord e centro della città stanno subendo maggiormente il calo demografico, mentre sud e ovest sono vigorose: «La zona ovest della città è modello di inclusione, ne è un esempio la Rotari – ha commentato l’assessora Frattini –. È una scuola dove si accoglie moltissimo e gli stranieri si integrano facilmente».

Durante la mattinata fra canti e balli è stato inaugurato anche il progetto «CMYK_RODARI» che consiste nella creazione di giochi da cortile da utilizzare durante la ricreazione: la realizzazione è stata possibile grazie all’aiuto dei genitori, di FavoleggiandoLab e del Consiglio di Quartiere Chiusure.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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