Ingiusta detenzione, oltre 100mila euro a Mosca per esposizione mediatica

È di 104.400 euro il risarcimento disposto dalla Corte d’appello di Brescia nei confronti del medico Carlo Mosca, rimasto ai domiciliari per 522 giorni con l’accusa di omicidio volontario di due pazienti affetti da Covid e poi assolto con formula piena dopo che il pm Federica Ceschi aveva chiesto 24 anni di carcere.
Per i giudici «non può, poi, darsi luogo al risarcimento del danno morale per perdita di momenti di crescita professionale ovvero dell’esercizio di attività diverse da parte dell’imputato, mancando qualsiasi elemento a sostegno dell’esistenza di tali lamentate circostanze», ma «è invece, accoglibile la richiesta di ristoro a seguito di esposizione mediatica in relazione al risalto della notizia del suo arresto e dell'applicazione nei suoi confronti di misura cautelare custodiale».
Le parole dei guidici
Sul risarcimento il collegio presieduto dal giudice Eleonora Babufri scrive: «In relazione alla privazione della libertà personale, considerato il grave titolo di reato addebitato anche in relazione alla natura dell’attività svolta dal Mosca preposta alla salvaguardia della vita umana, le particolari correlate condizioni di detenzione domiciliari patite, la gravosità di quanto patito in relazione alla persona dell’interessato (soggetto incensurato e del tutto avulso da ogni esperienza giudiziaria), nonché in relazione alla connessa sospensione dall’attività lavorativa ed al pregiudizio per il risalto mediatico della vicenda la Corte ritiene congrua la determinazione pari a 200 euro per ciascun giorno di detenzione (in totale giorni 522) e così per la somma complessiva di 104.400 euro (200 x 522), che deve ritenersi pienamente ristorativa della detenzione patita».
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