Incendio al casello, il testimone: «Così ho attraversato il fuoco»

Accade tutto in pochi secondi: l’esplosione, le fiamme che avvolgono e divorano la struttura in acciaio e legno «con una rapidità impressionante». A dirlo è chi quel fuoco l’ha attraversato, letteralmente. Giovanni Berta era alla guida del suo furgone quando un guasto a un Renault Master ha provocato il boato e poi il vasto incendio che ha distrutto il casello di Brescia Sud.
«Un’esperienza brutta, che non auguro a nessuno», ci racconta ancora scosso. Giovanni ripercorre quei momenti, istante dopo istante: «Mi stavo avvicinando al casello. Quando il furgone è esploso mi trovavo a una quindicina di metri di distanza. Subito dopo una fiammata spaventosa, che ha intaccato la parte alta e quella laterale della struttura».
A quel punto cosa ha fatto?
«Mi trovavo già nella corsia del Telepass, e ho deciso di non fermarmi. La sbarra fortunatamente si è alzata, ma ho corso un grande rischio, perché il fuoco era già molto alto».
Una decisione presa d’istinto, o non aveva scelta?
«In quei momenti non hai tempo per pensare. Ho avvertito un rumore fortissimo, poi l’incendio si è espanso in maniera così rapida che quasi non ho avuto modo di accorgermene. A ripensarci sono stato un po’ incosciente. Ma c’è chi lo è stato più di me».
Ci racconti.
«Dietro di me c’era un tir che ha tirato dritto. Aveva un telo di plastica, avrebbe davvero potuto provocare danni ancora più seri».
Lei e sua moglie ne siete usciti illesi, e il furgone senza nemmeno un graffio.
«È così. Ma come le ho detto, per certi versi è stata un’incoscienza, pur avendo avuto così poco tempo per decidere cosa fare: il calore era intensissimo, l’abbiamo sentito dall’interno. Dall’esplosione all’incendio sono trascorse pochissime frazioni di secondo, con una velocità impensabile».
Cosa si prova in quei momenti?
«Smarrimento e timore. È stato un attimo, ma non si dimenticano facilmente. Il pensiero che le fiamme potessero provocare una deflagrazione ancora più grande ci ha spaventato. Ringraziando Dio siamo riusciti a passare».
Cos’ha fatto dopo?
«Mi ci è voluto qualche secondo per riprendermi. Poi sono sceso dal mio furgone e non ho potuto fare altro che assistere a quello che stava accadendo. Sembrava qualcosa di irreale, si sentivano gli scoppi e i pezzi che si staccavano. Ho ripreso la scena con il mio telefonino, mi ha impressionato molto. La potenza distruttiva del fuoco è incredibile: un conto è leggerne o sentirne parlare, un altro è viverla in prima persona. Mi rimarrà dentro a lungo. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito, nemmeno l’autista del mezzo dal quale è partito tutto: l’ho visto scendere a fatica e mettersi in salvo appena in tempo. Poteva finire molto peggio».
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