«Il titolo Unesco dev’essere stimolo a un’educazione che non ha confini»

Barbara Fenotti
Il riconoscimento di Brescia «Learning City» sollecita istituzioni accademiche e culturali
Brescia città dell'apprendimento: il riconoscimento Unesco - © www.giornaledibrescia.it
Brescia città dell'apprendimento: il riconoscimento Unesco - © www.giornaledibrescia.it
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In una città che negli ultimi anni ha sperimentato biblioteche di quartiere rinnovate, università aperte alla comunità e progetti educativi diffusi, l’Unesco ha visto un modello credibile di «Learning City».

Brescia entra così nella comunità internazionale che riconosce le città capaci di fare dell’apprendimento una politica pubblica trasversale.

La decisione dell’agenzia dell’Onu premia l’impianto complessivo con cui la città ha scelto di investire su educazione, inclusione e sviluppo sostenibile lungo tutto l’arco della vita: una Learning City è un territorio che considera l’educazione una infrastruttura civica in grado di ridurre le disuguaglianze, rafforzare la partecipazione e sostenere una crescita equa.

Per Brescia si tratta del riconoscimento di un percorso radicato, frutto di una rete che comprende scuole, università, istituzioni, associazioni, imprese e servizi. Oltre alle politiche istituzionali un ruolo significativo l’hanno avuto proprio le Università.

«Brescia è una delle poche città italiane a poter contare su due Cattedre Unesco, una all’Università degli Studi di cui sono titolare e una alla Cattolica - osserva il rettore dell’UniBs Francesco Castelli -. La nostra città possiede già riconoscimenti importanti come il complesso di San Salvatore-Santa Giulia e il parco archeologico della Brixia romana, oltre all’arte rupestre della Valcamonica: un patrimonio che crea un contenitore straordinario, rilevante anche per l’attrattività turistica, universitaria e per la stessa popolazione. UniBs, in collaborazione con Comune e l’Ufficio scolastico territoriale, continuerà a sostenere questo percorso mettendo in campo tutte le proprie competenze, a partire dai Mooc, corsi online aperti a tutti che rappresentano uno strumento efficace di apprendimento continuo per l’intera comunità».

Forze in campo

Positive, ma anche costruttive, le reazioni del mondo della formazione. «È un riconoscimento meritato ma che va riempito di contenuti - evidenzia Giovanni Lodrini, amministratore delegato del Gruppo Foppa -. Il Gruppo Foppa, ma anche altre realtà del territorio bresciano, ha una tradizione educativa profonda che va dal nido alla formazione permanente, e questo risultato chiama tutta la comunità a impegnarsi per un apprendimento inclusivo. I riconoscimenti contano, ma contano ancora di più le buone pratiche che sappiamo costruire».

Sullo stesso piano si colloca la riflessione di Domenico Simeone, direttore scientifico del Festival dell’Educazione e preside di Scienze della formazione dell’Università Cattolica. «È un risultato importante, ma implica responsabilità ed esorta a fare sempre meglio: l’Unesco riconosce ciò che già c’è, e Brescia è impegnata da tempo verso l’obiettivo 4 dell’Agenda 2030, che punta a un’educazione di qualità per tutti e per tutta la vita».

L’ingresso nella rete internazionale apre ora una fase nuova: monitorare i progressi, rafforzare le collaborazioni, costruire nuove opportunità e rendere sempre più centrale il valore dell’educazione nella vita urbana.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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