Sul Garda trappole invisibili e animali in pericolo: il Wwf cerca fondi

Un cigno che non riesce più a nuotare perché una lenza gli stringe le zampe. Uno svasso con un amo conficcato nel becco. Un germano che non vola più, bloccato da un groviglio di nylon. Sono immagini che fanno male e che sul Garda si ripetono troppo spesso. E ogni volta, dietro la scena, ci sono i volontari del Wwf: loro, in silenzio, si tuffano, tagliano reti, portano gli animali dal veterinario. Loro ci provano, anche quando sembra impossibile.
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Ma per continuare a farlo, ora chiedono aiuto. È stata aperta su GoFundMe la raccolta fondi «Il Garda ha bisogno di aiuto», con un appello chiaro: sostenere le attività di recupero e cura delle specie ferite. Perché, spiegano, il lago non è solo turismo e cartoline: è un ecosistema delicatissimo, che ogni giorno paga il prezzo dell’incuria umana.
La campagna nasce da un’urgenza concreta. Negli ultimi anni i recuperi sono aumentati in maniera esponenziale. I rifiuti abbandonati, gli ami da pesca lasciati in acqua, i fili di nylon dimenticati diventano trappole invisibili. Cigni, anatre, svassi e persino piccoli rapaci finiscono per restare impigliati. E ogni volta servono attrezzature, farmaci, trasporti, interventi veterinari.

Il Garda è la più grande riserva idrica d’Italia. Ma tutta questa biodiversità è oggi messa a dura prova da inquinamento, cambiamento climatico e attività umane non sostenibili. Anche per questo, spiegano i volontari, intervenire adesso è cruciale: perché ogni rete lasciata sul fondale, ogni plastica sulla riva, è una minaccia concreta. Il denaro raccolto servirà proprio a questo: acquistare gabbie per i trasporti, pagare cure, coprire le spese di carburante delle barche. Ma anche dotarsi di un’imbarcazione ad hoc per operazioni di salvataggio, sorvegliare le aree sensibili del lago, intervenire in caso di emergenze ambientali e portare avanti azioni di sensibilizzazione.
Messaggio
Ogni euro, assicurano i volontari, si traduce in un’azione concreta: un animale liberato, un’ala ricucita, un pulcino salvato. Non promesse, ma fatti. Dietro questa campagna c’è anche un messaggio più ampio: difendere il Garda significa difendere noi stessi.

«Ogni bottiglia di plastica lasciata sulla riva, ogni rete abbandonata, è una condanna a morte per la fauna del lago - sottolinea il referente Paolo Zanollo -. Abbiamo bisogno che la comunità ci stia accanto. Perché il Garda è un patrimonio che appartiene a tutti e vederlo ferito è un dolore collettivo». Basta un clic per partecipare alla raccolta, che è attiva all’indirizzo: www.gofundme.com.
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