Il maxi depuratore del Garda a Lonato sarà a circa 4 km dal paese

L’impianto che tratterà i reflui della sponda bresciana del lago sorgerà a Nord-Ovest della frazione Esenta, al confine con Calcinato e Montichiari
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Depuratore del Garda a 4km da Lonato
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L’ultimo cambio di rotta per il maxi depuratore del Garda, maturato nell’arco degli ultimi mesi, sembra essere quello definitivo. L’impianto che tratterà i reflui della sponda bresciana del lago sorgerà infatti a Nord-Ovest della frazione Esenta, a circa 4 chilometri a sud di Lonato, al confine con Calcinato e Montichiari.

La collocazione è stata confermata dal prefetto e commissario ministeriale Andrea Polichetti. L’opera dovrebbe quindi sorgere in una zona agricola lontano dai centri abitati, riducendo l’impatto sul territorio. Il nuovo progetto prevede che lo scarico avvenga sempre nel fiume Chiese, tramite un canale artificiale.

«Non si può fare diversamente – spiega Polichetti, che cerca di tranquillizzare i comitati ambientalisti che negli anni hanno protestato contro questa ipotesi –. L’acqua depurata sarà riutilizzata in estate per scopi agricoli, aiutando le aziende della zona a fronteggiare la carenza idrica».

Entro fine anno il progetto definitivo

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Depuratore del Garda, Polichetti: "Scelta giusta"

Il progetto definitivo di Acque Bresciane è atteso entro la fine del 2025, quando sarà convocata a Roma la cabina di regia con tutti gli enti coinvolti. I costi complessivi della progettazione e realizzazione si aggirano oggi attorno ai 250 milioni di euro, più del doppio dei 119 milioni stimati nel 2019. Restano confermati i 60 milioni stanziati dal Cipe nel 2016, mentre il resto sarà coperto con fondi ministeriali, europei e mutui.

Sul fronte dei tempi, il 2026 sarà dedicato alle valutazioni ambientali e alle procedure autorizzative, mentre i lavori veri e propri partiranno nel 2027.

Urge procedere

Il primo lotto, con 77 chilometri di tubature e la costruzione della sezione iniziale dell’impianto per 100 mila abitanti equivalenti, dovrebbe concludersi entro il 2030, consentendo nel 2031 la dismissione della condotta sublacuale che oggi porta i reflui a Torri del Benaco.

Polichetti ribadisce l’urgenza di procedere: «L’aspetto che mi preoccupa di più – conclude – è la rete attuale, sottodimensionata e compromessa, che non consente più l’allaccio di nuove utenze. L’opera è urgente e non c’è più tempo da perdere».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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