Donazione organi, il 65% di chi decide è per il sì

Ma il 40%, in fase di rinnovo della carta d’identità, sceglie di non dare una risposta. Treviso Bresciano spicca per l'alto «indice del dono»
La domanda sulla donazione di organi viene posta durante il rinnovo della carta di identità
La domanda sulla donazione di organi viene posta durante il rinnovo della carta di identità
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Vuole essere donatore di organi? Davanti all’operatore dell’Ufficio Anagrafe del Municipio di residenza, in fase di rinnovo della carta d’identità, il 40% dei bresciani non ha una risposta e barra la casella dell’astensione. Tra coloro che, invece, hanno le idee chiare il 65% dice sì e il 35% no.

Numeri

Emerge dal report realizzato dal Centro nazionale trapianti dell’Istituto superiore di Sanità sulla base dei dati ricevuti da 201 comuni della nostra provincia relativi al 2024 e diffuso in vista della Giornata nazionale della donazione, che si celebra venerdì.

L’Indice del dono che ne consegue (40,71/100) non è paragonabile a quello del 2023 (62,4/100). È frutto di un calcolo complesso che tiene in considerazione più parametri ora ricalibrati.

Il comune in cui è più alto è Treviso Bresciano (81,97/100) che conta 511 abitanti: l’Anagrafe ha emesso carte di identità a 65 persone delle quali 31 si sono dette favorevoli alla donazione, nessuna si è opposta e le altre non hanno risposto. Al secondo posto c’è Collebeato con i suoi 4.454 residenti: dei 572 che hanno rinnovato il documento 277 hanno detto sì, 12 no e 283 nulla. Segue Sale Marasino, che conta 3.260 abitanti: su 431 nuove carte d’identità 217 sono accompagnate da una dichiarazione positiva, 21 da una negativa e le altre 193 da un’astensione.

Per trovare il capoluogo bisogna scorrere parecchio la classifica: l’Indice del dono è 63,26/100; su 23.569 persone che hanno rinnovato la carta d’identità 10.098 hanno detto sì, 5.443 no e 8.028 non hanno deciso. La classifica si conclude con Berlingo, Carpenedolo e Roccafranca. Carpenedolo balza all’occhio perché i no hanno superato di molto i sì: 1.029 contro 438 e le astensioni sono state pochissime (20). I no sono tanti anche a Palazzolo: 1.345 contro 740 consensi e 271 astensioni. Complessivamente nei 201 comuni in esame sono state emesse 149.957 carte di identità: il numero di sì (59.330) è simile a quello delle mancate scelte (59.567); i no, invece, sono stati 31.060.

Riflessioni

Il Centro fa sapere che nel Sistema informativo trapianti in questo momento ci sono 22,3 milioni di dichiarazioni da tutta Italia: 15,5 milioni di consensi e 6,8 milioni di opposizioni. Dal 1° gennaio al 31 marzo 2025 i no sono saliti del 3,4% rispetto al 2024, mentre le astensioni sono diminuite dello 0,6%.

«Negli ospedali del Paese non sono mai stati realizzati tanti trapianti e prelievi di organi come nell’ultimo anno, grazie alla generosità dei tanti donatori, mentre nei Comuni non accennano a diminuire i nostri concittadini che scelgono di dire no alla donazione – osserva il direttore del Centro Giuseppe Feltrin –. Da un lato la nostra rete trapiantologica migliora dal punto di vista clinico-scientifico e sotto il profilo organizzativo, ed è in grado di individuare un numero crescente di donatori potenziali, anche grazie alla donazione a cuore fermo. D’altro canto, però, soprattutto in alcune fasce d’età, tante persone faticano a dichiarare la propria volontà di donare mentre rinnovano il documento e finiscono per registrare un no che, pur revocabile, potrebbe in futuro rischiare di condizionare in negativo la nostra capacità di trovare organi compatibili per i tantissimi pazienti in attesa di trapianto. Dobbiamo lavorare sui perplessi – evidenzia –: probabilmente non è arrivato loro correttamente il messaggio sul valore del dono».

Secondo Paola Terenghi, responsabile del Coordinamento ospedaliero di procurement (Cop) di organi e tessuti a scopo di trapianto di Asst Spedali Civili la difficoltà a esprimere un sì è legata al fatto che «molte persone arrivano all’Anagrafe senza avere idee che verrà posta loro la domanda. Con il Coordinamento regionale stiamo valutando di avviare nuove campagne di comunicazione. Bisogna far capire alle persone che il trapianto è l’unica terapia per pazienti con grave insufficienza d’organo. E che a chi è morto quell’organo non serve».

Le infermiere Carla Bettoni e Alessandra Inverardi raccontano quanto sia «emotivamente sempre forte, nonostante la nostra formazione specifica, l’incontro con i familiari delle persone che non hanno registrato la propria dichiarazione. Il nostro compito è quello di accompagnarli in questa delicata scelta: noi ci facciamo raccontare come il loro caro era in vita, poi loro trovano la strada». 

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