Dengue, caso autoctono a Ospitaletto: il primo di sempre nel Bresciano

La persona che ha contratto il virus non ha fatto viaggi all’estero. La bonifica è scattata anche a Gussago e Monticelli Brusati, ma Ats chiarisce che non c’è nessun allarme
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Dengue, primo caso autoctono a Brescia
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Altrove in Italia era già accaduto, nella nostra provincia mai: il primo caso «autoctono» di dengue è stato registrato martedì in Franciacorta.

Dall’inizio dell’anno è il secondo nel Belpaese dopo l’episodio di Albinea (Reggio Emilia) datato 22 agosto. Ad aver contratto il virus che viene trasmesso agli esseri umani dalle punture di zanzare questa volta è una persona di casa a Ospitaletto (le cui condizioni cliniche sarebbero buone) che frequenta, probabilmente per ragioni di lavoro, Gussago e Monticelli e che, come rilevato dall’indagine epidemiologica di Ats Brescia, non ha effettuato alcun viaggio all’estero. Elemento, questo, che rende «autoctono», o meglio «non importato», il caso.

La disinfestazione

Nel rispetto dei protocolli ministeriali e regionali, su indicazione di Ats i Comuni in cui la persona di recente è stata (Ospitaletto, la zona attorno a via Benedetto Castelli a Gussago e Monticelli Brusati) hanno immediatamente provveduto a mettere in atto gli interventi di disinfestazione previsti.

E il dipartimento Veterinario di Ats, in collaborazione con l’Izsler, ha predisposto il posizionamento delle trappole di cattura delle zanzare per verificare l’efficacia della disinfestazione e per eseguire il monitoraggio entomologico.

Il contagio

Dagli uffici di viale Duca degli Abruzzi ricordano che la dengue non si trasmette da persona a persona: il contagio avviene attraverso la puntura di una zanzara infetta. Zanzara che, come osserva l’immunologo bresciano Roberto Stellini, potrebbe aver prima punto una persona (anche asintomatica) che aveva contratto il virus durante un viaggio all’estero e poi il soggetto di Ospitaletto che ha fatto registrare il caso «autoctono».

Il virus circola infatti nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni e in questo periodo la zanzara (la Aedes albopictus conosciuta come «zanzara tigre» che circola anche da noi) può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.

La situazione è sotto controllo

Il direttore di Ats Brescia Claudio Sileo sottolinea che «non c’è nessun allarme: la patologia non è grave e abbiamo messo in atto tutte le misure che ben conosciamo per difenderci dalle zanzare che possono trasmettere il virus. Ogni anno, a tal proposito, a inizio stagione raccomandiamo ai Comuni di fare le disinfestazioni. Questa è la prova provata che è importante debellare le zanzare».

Conosciuta da oltre due secoli e particolarmente presente nelle regioni tropicali, la dengue provoca febbre (anche molto alta) e forte mal di testa. Stando al bollettino della Regione aggiornato al 2 settembre i casi confermati nel territorio di Ats Brescia sono 10, tutti d’importazione. A questi va aggiunto l’episodio «autoctono» di Ospitaletto.

Le bonifiche sul territorio, soprattutto quest’estate, sono state molte di più: scattano, infatti, anche se c’è un sospetto ancora da confermare o smentire con ulteriori analisi. L’anno scorso – ricordiamo – i casi in questo territorio (che comprende tutta la nostra provincia esclusa la Valcamonica) sono stati in tutto 13, l’anno prima 9, zero nel 2021 e nel 2020 e 5 nel 2019.

In Lombardia dall’inizio dell’anno sono stati registrati meno di 80 episodi dei quali tre riguardano Ats Montagna (e nessuno è bresciano nonostante questa Ats comprenda anche la Valcamonica). In Italia l’ultimo aggiornamento disponibile dell’Istituto Superiore di Sanità è aggiornato a inizio agosto e mette in evidenza 324 casi (tutti associati a viaggi all’estero, età mediana di 40 anni, 49% di sesso maschile e nessun decesso) ai quali vanno aggiunti i due autoctoni di Albinea e Ospitaletto avvenuti in un periodo successivo.

La disinfestazione di Ospitaletto

«Non c’è nessun allarme», precisa anche Laura Trecani, sindaca di Ospitaletto, ribadendo quanto riferito anche dal direttore generale di Ats Brescia Claudio Sileo. «Sui social in queste ore ho letto di tutto – riferisce –, ma non c’è motivo di preoccuparsi: la Dengue non si trasmette da uomo a uomo, il vettore sono le zanzare. Come da protocollo abbiamo eseguito la disinfestazione con prodotti adulticidi e larviciti in un raggio di 200 metri dalla casa della persona risultata positiva al virus. Abbiamo inoltre anticipato la disinfestazione periodica dei parchi e dei tombini che avevamo già in programma. Rispetto all’anno scorso, inoltre, abbiamo raddoppiato il numero di tombini interessati dall’operazione».

Consigli per tutti

A trasmettere la Dengue, ripetiamo, sono le zanzare. Come evidenziato sul sito di Ats Brescia per proteggersi dalle punture possono essere utilizzati repellenti quando si soggiorna all’aperto e insetticidi e zanzariere per gli ambienti chiusi.

In orti e giardini – non solo ora, ma sempre – è importante evitare i ristagni d’acqua: bisogna svuotare giornalmente i sottovasi, posizionare nei laghetti o negli stagni i pesci che si nutrono delle larve di zanzara, coprire con teli o microreti le raccolte di acqua che non possono essere svuotate e cambiare ogni giorno l’acqua negli abbeveratoi degli animali domestici.

Inoltre è bene controllare le grondaie e mantenerle libere e pulite.

Il clima tropicale

«Forte umidità, piogge violente: il nostro clima si sta sempre più "tropicalizzando" e alcune specie di zanzare, che possono trasmettere malattie, trovano il loro habitat naturale anche qui». A riferirlo è l’infettivologo Roberto Stellini. Due sono i tipi di zanzara vettore della Dengue: la «Aedes aegypti» che in Italia non circola e la «Aedes albopictus» conosciuta come zanzara tigre e diffusa anche nel Bresciano.

«La battaglia va fatta contro le zanzare», sottolinea. Oltre alle azioni preventive, quando si registra un caso di dengue «scatta un protocollo di disinfestazione da eseguirsi attorno alla casa del soggetto». In Italia gli episodi di Dengue hanno riguardato perlopiù persone che si sono infettate all’estero. I casi «autoctoni» sono causati da «zanzare che si sono infettate pungendo persone, non per forza sintomatiche, che hanno contratto il virus durante recenti viaggi in Paesi tropicali».

Tra i sintomi principali il professor Stellini ricorda «febbre, cefalea acuta, dolori muscolari e articolari, nausea e vomito. Il periodo di incubazione dura 5-6 giorni dalla puntura. Contro la dengue - sottolinea - esiste un vaccino raccomandato alle persone dirette in Paesi in cui la Dengue è una malattia endemica».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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