Daniela Santanchè promette sostegno economico al turismo del Garda

Simone Bottura, Giuliana Mossoni
La ministra ha incontrato sindaci e operatori a Salò, dando disponibilità a organizzare un tavolo a Roma. Poi la tappa in Valcamonica per inaugurare la prima delle Strade più belle d’Italia
La ministra Santanchè con i sindaci e gli operatori del Garda bresciano - © www.giornaledibrescia.it
La ministra Santanchè con i sindaci e gli operatori del Garda bresciano - © www.giornaledibrescia.it
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«Mi prendo l’impegno. Vi aspetto in tempi brevi al ministero per valutare un supporto economico, anche perché le nozze con i fichi secchi non si fanno». È la promessa che la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha rivolto ieri ai sindaci e agli operatori del Garda bresciano che l’hanno accolta a Salò, nella Sala dei Provveditori del municipio.

Un impegno formale: «Fatemi sapere quando potrete venire a Roma per un incontro al quale inviterò anche l’amministratore delegato di Enit, Ivana Jelinic, in modo che possiate illustrarci le vostre esigenze e che il Governo possa capire come starvi concretamente al fianco».

Le questioni

Diversi i temi caldi e spinosi che gli amministratori potranno portare all’attenzione del Governo. Due, cruciali dal punto di vista turistico, li ha ricordati la senatrice Mariastella Gelmini, che assieme all’onorevole Cristina Almici si farà carico di organizzare l’incontro tra territorio e ministero: la depurazione e la mobilità, temi comprensoriali e assolutamente prioritari.

«Il Governo – ha assicurato la ministra – ha un piano industriale strategico e sa quale direzione deve prendere il turismo, che deve diventare la prima industria della nostra nazione. Per questo ho voluto essere qui, per dirvi che non siete soli, che il Governo c’è e che vuole fare le cose che servono per continuare a creare ricchezza e valore».

Anche in un distretto turistico già affermato come il Garda. «Una destinazione unica – l’ha definita Santanchè – con una solida tradizione turistica, in grado di generare 26 milioni di pernottamenti annui: un numero molto significativo, soprattutto considerando che l’80% sono turisti stranieri».

L’overtourism

La ministra non vuole però sentir parlare di overtourism, fenomeno che anche sul Benaco è oggi al centro del dibattito e che genera non pochi malumori nella popolazione residente, da decenni alle prese con le crescenti e innegabili conseguenze negative del turismo di massa sulla qualità della vita.

«Overtourism – dice Santanchè – è una parola che non mi piace. Davvero c’è troppo turismo? Vi do un dato significativo: il 75% dei turisti che viene nel nostro Paese sta sul 4% del territorio nazionale. Significa che ci dobbiamo occupare del 96% del territorio dove il turismo non c’è, dove c’è anzi l’undertourism. Sono le aree interne, le isole minori, quei luoghi che non sono meno belli di quelli più frequentati, ma che non hanno un’offerta turistica “sexy”, in grado di generare appeal. Servono proposte all’altezza della sfida del nostro tempo, che offrano servizi di qualità. Dobbiamo cercare di far rimanere più a lungo il turista, dirottarlo in nuove località e destagionalizzare l’offerta». Questi, secondo la ministra, i veri antidoti all’overtourism e a un turismo più incentrato sulla quantità che sulla qualità.

I progetti

Destagionalizzare, portare i turisti dal lago all’entroterra, offrire esperienze suggestive sono anche gli obiettivi dei due progetti per il territorio voluti dalla Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano, guidata dal presidente Chicco Risatti, e presentati ieri.

Il primo è il nuovo portale del Parco (già online a questo indirizzo), strumento di riferimento per il marketing territoriale; il secondo è la Strada del Formaggio Parco Alto Garda, un’offerta esperienziale che guarda alla vacanza gastronomica.

«Che è un tipo di turismo – ricorda Santanchè - che genera 40 miliardi di fatturato e attira 14,5 milioni di visitatori, un vero fiore all’occhiello per il nostro Paese». Da Santanchè i complimenti per il nuovo portale: «È fondamentale rafforzare la digitalizzazione in un settore che vive di digitale, perché è lì, sul web, che il turista si informa quando decide dove andare».

In Valcamonica

La ministra ha poi raggiunto la Valcamonica per inaugurare la prima delle Strade più belle d’Italia, tra le cento ideate dal Ministero del Turismo, che va da Lovere a Bienno, collegando due dei Borghi più belli d’Italia. Santanché ha percorso il tratto fermandosi nell’anfiteatro romano di Cividate per incontrare amministratori, imprenditori e cittadini. Un pomeriggio dedicato al futuro del turismo camuno, organizzato da Assocamuna per dare un segnale forte di unità «partendo dall’identità del territorio e aprendosi con coraggio alle sfide globali».

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La ministra Santanché in Valcamonica

Le parole

«Questa Strada più bella d’Italia rappresenta un’occasione unica per valorizzare le potenzialità della Vallecamonica – ha esordito Santanchè –, ma la vostra partecipazione e impegno sono fondamentali per il rilancio turistico di quest’area. La collaborazione tra istituzioni, imprese e comunità è essenziale per affrontare le sfide che ci attendono e per scrivere una nuova pagina della storia della Valle. Il turismo è un settore dinamico che unisce passato, presente e futuro, traendo forza dall’insieme di questi tre tempi. Dobbiamo ricordarci quali sono le nostre radici e tradizioni, ma anche proiettarci verso il futuro. La Vallecamonica è un esempio di tutto questo, con le sue incisioni rupestri e l'anfiteatro che ci ospita. Insieme, possiamo unire il patrimonio culturale unico della Valle con le nuove tecnologie, creando opportunità che valorizzino l'identità locale e promuovano il turismo esperienziale».

A fare gli onori di casa c’era il sindaco di Cividate Alessandro Francesetti, in mezzo a numerose fasce tricolori, che ha sottolineato il valore simbolico del luogo scelto, l’anfiteatro romano, «per restituire al territorio la sua vocazione più autentica: essere luogo d’incontro e cultura». Al suo fianco Giorgio Buzzi e Diego Zarneri, presidente e direttore di Assocamuna, che hanno ribadito il ruolo centrale dell’associazione nel promuovere il dialogo tra istituzioni, imprese e cittadini. La prima delle Strade più belle d’Italia, la Lovere-Bienno, parte dal lago e arriva in montagna, è lunga una cinquantina di chilometri e passa attraverso quindici paesi, attraversando anche l’Altopiano bornese.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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