Crediti inesistenti: indagati il Brescia e Massimo Cellino

La Guardia di Finanza ha effettuato una perquisizione nella sede del Brescia e nei confronti di 25 soggetti (11 persone fisiche e 14 persone giuridiche), a diverso titolo indagati per riciclaggio e reati tributari collegati alla commercializzazione di crediti inesistenti. L’indagine delle Fiamme Gialle avrebbe permesso di svelare l’esistenza di un articolato schema fraudolento che avrebbe consentito a diversi imprenditori di beneficiare indebitamente di crediti Iva inesistenti.
Nell’inchiesta dei pm Benedetta Callea e Iacopo Berardi risultano indagati anche Massimo Cellino e lo stesso Brescia Calcio, oltre al commercialista Marco Gamba, il professionista che aveva seguito il club nell’acquisito di crediti di imposta – risultati inesistenti – utilizzati per pagare i contributi di febbraio e aprile. Operazione costata al Brescia la penalizzazione di otto punti e la retrocessione in Serie C.
Più di quattro milioni
«In particolare, i citati indagati, avvalendosi di società fiscalmente inadempienti, prive di sedi operative e rappresentate da soggetti gravati da numerosi precedenti di polizia in materia di reati fiscali, avrebbero generato crediti fiscali fittizi per un importo quantificato, allo stato, in oltre quattro milioni di euro. Tali crediti sarebbero stati successivamente ceduti, tramite una ulteriore società “veicolo” a diverse persone giuridiche, tra le quali il Brescia Calcio S.p.A., al fine di consentire un abbattimento del carico fiscale e contributivo» è la ricostruzione della Guardia di Finanza.
La società di Alfieri

All’esito dei riscontri investigativi, la società Alfieri con sede dichiarata a Milano in via Montenapoleone, sarebbe risultata priva delle necessarie autorizzazioni per l’esercizio della specifica attività finanziaria nonché sprovvista di un’effettiva e idonea struttura imprenditoriale. In tale contesto, sarebbe inoltre emerso il coinvolgimento di uno studio di professionisti operanti prevalentemente nel territorio bresciano.
In questa fase Massimo Cellino e il Brescia Calcio non risultano parte lesa, ma sono indagati in quanto i crediti d’imposta risultati inesistenti sono stati effettivamente utilizzati dal club guidato dall’imprenditore sardo per pagare i contributi previdenziali a febbraio e aprile. Cellino ha fin qui sempre detto di essere stato truffato, avendo comunque comprato i crediti d’imposta, versando denaro alla società di Alfieri, e di aver agito in buona fede. I documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza nella sede di via Solferino serviranno proprio a ricostruire l’intera vicenda.
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