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Corda Molle, un patto dei sindaci per il «no» al pedaggio

Travagliato chiama i «vicini»: in ventidue in riunione per scrivere una strategia comune in vista del vertice del 19 con la Provincia
Un tratto della Corda Molle © www.giornaledibrescia.it
Un tratto della Corda Molle © www.giornaledibrescia.it
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Tutti fanno gli scongiuri: sperano che una protesta più decisa non sia necessaria. Ma se alle parole non seguiranno i fatti, se cioè dal 1° luglio il pedaggio lungo la Corda Molle diventerà realtà, saliranno sugli scudi. E ci saliranno insieme. Stavolta, però, gli schieramenti politici non c’entrano niente, non in questa partita: l’unica bandiera comune è quella dei sindaci.

A guidare l’asse dei territori è il numero uno di Travagliato, Renato Pasinetti. Che ha chiamato a raccolta altri ventuno amministratori per discutere del caso, soprattutto in vista dell’incontro in Provincia in agenda per lunedì 19 febbraio, dove a partecipare sarà solo una delegazione dei 22 sindaci.

Il vertice

Così, alle 21 di ieri sera, i rappresentanti di Concesio, Poncarale, Gussago, Castegnato, Cazzago San Martino, Berlingo, Ghedi, Montirone, Borgosatollo, Castel Mella, Lograto, Mairano, Ospitaletto, Montichiari, Flero, Torbole Casaglia, Rodengo Saiano, Paderno Franciacorta, Maclodio, Capriano del Colle e Castenedolo si sono riuniti. Obiettivo: scambiarsi le informazioni, confrontarsi sui passi e sulle strategie da seguire. Insomma, stringere una sorta di «patto» fra sindaci, e quindi fra territori, per tutelare al meglio e con una voce sola gli interessi della comunità.

Non è una rivolta - questo ci tengono a precisarlo - è semmai una mossa preventiva per farsi trovare attrezzati. Pasini la spiega così: «Il comunicato stampa del Ministero delle Infrastrutture ci ha fatto molto piacere, ma servono poi gli atti pratici, perché purtroppo ci sono dei contratti che sono già stati firmati e di cui noi sindaci, in questi anni, non siamo mai stati messi al corrente, neppure durante le varie Conferenze dei servizi. Quel che vogliamo fare capire è che introdurre il pedaggio così come concepito, significa fare pagare due volte i cittadini, perché quell’infrastruttura è stata già spesata con gli espropri e con le tasse. A noi hanno di fatto cancellato del tutto una strada provinciale per togliere il traffico dalla città».

I punti fermi

La riunione si è consumata a porte chiuse e la preoccupazione resta alta. Specie perché Autovie Padane, a ieri, non ha ricevuto alcuna comunicazione o indicazione ufficiale in merito allo stop ai pedaggi, un’operazione che «vale» circa mezzo miliardo: difficile che il governo riesca a trovare tutti i fondi per compensare questi introiti, ma difficile anche che la società vi rinunci in toto a fronte di un contratto già siglato.

Un vicolo cieco, dunque? Non necessariamente, secondo i sindaci. Le strade percorribili, a loro avviso, sono sia quella di un ristoro alla società sia quella di lasciare libero dal pedaggio il raccordo. Tradotto: chi usa l’arteria per il transito locale - è la condizione sulla quale i primi cittadini non sono disposti a cedere - non deve pagare alcunché. Una posizione che i sindaci riporteranno anche al tavolo di lavoro in Broletto, dove siederanno pure i rappresentanti delle associazioni di categoria. Non a caso, nel frattempo, prosegue la raccolta firme avviata su Facebook dal sindaco di Montirone, Filippo Spagnoli.

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