Come è cambiato il quartiere Sant’Eustacchio a Brescia

Diecimila abitanti, tante aree verdi e un luogo che sta modificando volto. I lavori di riqualificazione porteranno a diverse novità come alla creazione di una cittadella al posto dell’ex caserma Papa
  • Il quartiere di Sant'Eustacchio
    Il quartiere Sant'Eustacchio - © www.giornaledibrescia.it
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Diecimila abitanti, ampie aree verdi che invitano a vivere all’aperto e una fetta di città che sta cambiando volto. È il quartiere Sant’Eustacchio dove storia, vita di comunità e lavoro si intrecciano ogni giorno. Qui ha sede la storica Iveco che occupa un’ampia area e da anni produce veicoli destinati a tutto il mondo.

Una passeggiata per scoprire come sta mutando il quartiere, accompagnati dal presidente del Consiglio di quartiere, Aldo Pollonio, non può che partire dal suo cuore, «il quadrilatero»: una zona industriale che racchiude l’ex caserma Papa, un lotto di proprietà della Maf Logistic e le aziende del gruppo Camozzi.

L’area sta subendo importanti interventi di ristrutturazione con l’obiettivo di risolvere il problema degli edifici dismessi che si trovano in zone di complicato recupero. «La caserma lascerà il posto a una cittadella dei servizi – ricorda Pollonio –, dove ci saranno gli uffici dell’agenzia delle dogane, Guardia di finanza e Motorizzazione civile». Un intervento di 59 milioni di euro che è stato finanziato dall’Agenzia del Demanio.

Dove sarà creata la nuova cittadella - © www.giornaledibrescia.it
Dove sarà creata la nuova cittadella - © www.giornaledibrescia.it

Cultura

Camminando lungo via Sant’Eustacchio, si ripercorre la storia del quartiere. Sul lato destro si incontrano l’oratorio San Lodovico Pavoni, centro di aggregazione dei giovani, i Laboratori dell’Accademia SantaGiulia e il teatro Pavoni, costruito nel 1961 e ancora oggi in piena attività con spettacoli e film. «Da bambino passavo i pomeriggi qui, insieme al nonno e ai compagni – racconta Pollonio –. È un luogo di tanti ricordi». Accanto alla struttura ci sono studi, uffici e diverse abitazioni.

L'ex Basilica di Sant'Eustacchio, oggi sconsacrata - © www.giornaledibrescia.it
L'ex Basilica di Sant'Eustacchio, oggi sconsacrata - © www.giornaledibrescia.it

Il nome del quartiere deriva proprio da via Sant’Eustacchio che, a sua volta, proviene da una piccola chiesa, oggi sconsacrata: la Basilica di Sant’Eustacchio, risalente al 1250, le cui pareti erano impreziosite di affreschi coloratissimi di cui oggi ne rimangono poche tracce. L’edificio sacro era dedicato al generale Placido, vissuto durante l’epoca dell’imperatore Traiano e diventato poi «Eustacchio»: nome che significa «colui che dà buone spighe», simbolo di fertilità e abbondanza. La stessa che evidentemente piacque al vescovo Domenico De Dominicis che nel ‘400 vi eresse una villa di campagna.

All’aperto

Uscendo da via Pavoni, si attraversano le vie Franco Passarella e Ugo Foscolo fino a raggiungere Campo Marte, il vasto parco di 40mila metri quadrati, sede di concerti, iniziative culturali e sport. Non appena si varca il cancello di ferro, si viene avvolti dai suoni della vita: le urla gioiose degli adolescenti, il rumore della palla da basket che rimbalza sull’asfalto, le chiacchiere degli anziani. Un gruppo di ventenni corre, un altro gioca a calcio. Più in là due fanciulle si allenano in quella che è una palestra all’aperto.

Parco Corridoni - © www.giornaledibrescia.it
Parco Corridoni - © www.giornaledibrescia.it

Ma non è l’unico polmone verde del quartiere: qualche chilometro più a nord si trovano i parchi Corridoni e Salvo D'Acquisto, pensati per i più piccoli. «In quest’ultimo servirebbe una recinzione per rendere l’area più sicura», sottolinea la nostra guida.

Qualità della vita

Asse cardine del quartiere è via Veneto dove, in una giornata d’autunno, si può essere sorpresi dal gioco di luci e ombre dei raggi solari che attraversano le chiome degli alberi sui lati della strada.

Qui i (sofferti) lavori di riqualificazione sono già stati effettuati e hanno portato all’estensione della pista ciclabile, all’ampliamento dello spazio pedonale e al potenziamento dell’illuminazione pubblica. «Oggi questo luogo è più vivibile – dice Pollonio, precisando però che i problemi non mancano –. Rimangono difficoltà legate al traffico e alla disponibilità dei parcheggi».

A questo proposito il Cdq ha fatto le sue proposte, tra le quali la costruzione di una rotonda all'incrocio tra via San Bartolomeo, Sant’Eustacchio, Attilio Franchi e Montello. «Sostituire l'attuale semaforo con una rotonda significa evitare che, nelle ore di punta, si creino lunghe code». Non solo: il Consiglio di quartiere insiste per far sì che gli autobus, al termine della corsa, non passino da via Veneto: «In questo modo si alleggerirebbe il traffico».

Vita di comunità

Tra storia, nuovi progetti e criticità, a Sant’Eustacchio la vita di comunità continua. Facendo due chiacchiere con i residenti del quartiere emerge, in particolare, come la socialità sia sentita, nonostante, come in molti altri quartieri, la coesione appaia talvolta un po’ affievolita.

Ma un segnale positivo si coglie. La recente la ferita per la chiusura del Gruppo di quartiere Campo Marte, punto di riferimento per un quarto di secolo, è stata sanata in pochi mesi: l’associazione è tornata ad occuparsi degli anziani grazie alla dedizione della signora Santina, la vedova del fondatore Gianni Bertolotti, mancato ad agosto 2024, e ai volontari che con lei hanno voluto dare continuità alla storia di lungo impegno.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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