Caso Civile-A2A, l’ospedale cerca fornitori alternativi

Nella manifestazione di interesse del polo ospedaliero si apre anche al partenariato pubblico-privato
L’ingresso principale del Civile di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Mentre il contenzioso attende di arrivare alla sua chiave di volta in Tribunale, all’interno della cittadella ospedaliera pubblica il lavoro per cercare operatori alternativi ad A2A procede. La manifestazione d’interesse - avviata sulla scia del placet incassato dalla direzione generale Welfare della Regione, con la nota 92814 del 13 dicembre 2024 - non prevede infatti solo la ricerca di un nuovo fornitore, ma apre anche al partenariato pubblico-privato e, soprattutto, alla possibilità del Civile di diventare «autosufficiente», se così si può dire.

Cioè? «Per cambiare fornitore, l’Azienda dovrebbe preventivamente dotarsi di una centrale di teleraffrescamento alternativa a quella di A2A, allacciata o allacciabile alla rete esistente, ovvero ricorrere a differenti soluzioni tecnologiche di raffreddamento da realizzare ex novo» si legge nella documentazione.

Ed è esattamente quello che, tra le altre cose, l’avviso pubblico prevede. L’Asst - si legge infatti all’interno del bando esplorativo - «dispone di aree che ricadono nel territorio di propria competenza per l’installazione degli impianti». Insomma, sul tavolo c’è l’idea di realizzare una maxi centrale interna all’ospedale.

Per fare cosa? L’avviso pubblico è cristallino: per la gestione, in tutto o in parte, dei servizi energetici (tradotto: riscaldamento, raffrescamento, vapore e acqua calda sanitaria): «Alla luce del rapido sviluppo tecnologico - sottolinea il testo della manifestazione d’interesse - si rende necessario valutare il ricorso a eventuali differenti soluzioni tecnologiche e impiantistiche ritenute maggiormente convenienti, efficienti ed efficaci oltre che sostenibili sul piano ambientale».

Questo anche nell’ottica di «ricondurre a un unico centro di responsabilità tutte le attività a valle della realizzazione degli impianti, compresi gli oneri per la gestione dei rifiuti prodotti». Ciò che caratterizza lo strumento del partenariato pubblico-privato, infatti, è un rapporto «improntato alla logica della collaborazione ed al principio della fiducia, in funzione del perseguimento del pubblico interesse».

Le proposte raccolte saranno poi da sottoporre a gara ad evidenza pubblica, durante la quale sarà infine utilizzato il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità-prezzo messo sul tavolo dagli operatori.

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