Scontro con il Civile, A2A: «Servizio attivo, pagamento dovuto»

Nella causa l’ospedale Civile chiede la restituzione di oltre 40 milioni: l’udienza è fissata a metà maggio
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A2a al Civile: "Pagamento dovuto"
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Nel contenzioso sulle bollette avviato dall’ospedale Civile di Brescia – che ha deciso di portare in Tribunale A2A, a cui viene chiesta la restituzione di oltre 40 milioni di euro – la multiutility passa al contrattacco.

«Responsabilità sociale»

Pur rendendosi «disponibile a proseguire il rapporto» con l’Asst, difende il suo operato nella gestione della controversia. Perché –  è la tesi della società che vede tra i soci di maggioranza i Comuni di Brescia e Milano – è vero che il contratto di fornitura per il teleraffrescamento è scaduto il 30 giugno 2019, ma «A2A ha continuato a erogare il servizio per garantire la continuità delle operazioni ospedaliere, in coerenza con i principi di responsabilità sociale e di servizio pubblico».

Per questo – spiega l’azienda – «il pagamento è dovuto: il servizio è stato, e continua ad essere, erogato senza interruzioni», anche dopo che il polo sanitario ha interrotto i pagamenti (da inizio 2024). Data la delicatezza del tema, A2A ha scelto di intervenire con un lungo comunicato di cui chiede la pubblicazione integrale (scaricabile qui sotto).

La vicenda

Come mai l’ospedale ha interrotto i pagamenti e da cosa nasce il contenzioso? Nel 2019 il contratto di fornitura è scaduto: a quel punto, a fronte di costi in bolletta ritenuti troppo alti, l’ospedale chiede ad A2A di revisionare i costi. Più precisamente, il 31 ottobre 2019 l’Asst chiede «una significativa rinegoziazione di alcune clausole contrattuali».

Una richiesta che – stando alla documentazione riportata nell’atto di citazione – la società ritiene impercorribile. Come pure respinge la proposta di procedere con un «contratto-ponte» così da consentire all’ospedale di essere in regola (servizio e pagamenti stavano proseguendo in assenza di un atto formale) e di individuare una soluzione tecnologica differente, oppure di procedere con un bando di gara. La multiutility specifica di avere bisogno di «un tempo medio-lungo per poter ammortizzare tutti gli investimenti necessari per ridurre i costi di produzione e quindi diminuire il prezzo di somministrazione».

Dal 2020 al 2024

Il carteggio e le interlocuzioni proseguono fino al 27 febbraio 2020, per poi riprendere in modo consistente nel 2024, quando il Civile decide di interrompere i pagamenti. Secondo la società quotata in borsa, però, «questo silenzio, unito alla regolarità dei pagamenti fino a dicembre 2023, dimostrava un’accettazione implicita della continuità del rapporto».

Nel mezzo, va ricordato, si sono tuttavia anche consumati due anni di pandemia. Quel che il Civile contesta nella causa intentata attraverso lo studio Angelini e associati di Milano, è che a fronte di reiterate richieste di stipulare nuovi accordi, anche più brevi in attesa di rintracciare una soluzione, A2A abbia sempre espresso un rifiuto, dichiarando di «non poter sottoscrivere un contratto di durata triennale». Di qui, la decisione di interrompere i pagamenti e di invocare la restituzione dei soldi versati nei quattro anni e mezzo di assenza del contratto perché «non sono dovuti». Non solo. L’Asst confuta anche somme versate due volte e (per una parte delle voci) non verificabili: la società, infatti, non ha voluto fornire i dati richiesti perché – ha scritto – si tratta di «segreti commerciali».

Faccia a faccia

Entrambe le aziende sono per ora granitiche nelle proprie posizioni. «A2A Calore e Servizi – si legge nella nota – dimostrerà nelle sedi giudiziarie, in ossequio alla strada che gli Spedali Civili hanno intrapreso, la correttezza del proprio operato, gli investimenti sostenuti per fornire il servizio e i rischi industriali affrontati per garantire una fornitura ininterrotta». Il Civile, dal canto suo, farà altrettanto durante l’udienza già calendarizzata a metà maggio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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