Cani «pericolosi», nel Bresciano 908 aggressioni nell’ultimo anno

Cani troppo pericolosi o incapacità e inadeguatezza dei proprietari nel prendersi cura di loro? Una domanda, sempre la stessa, che ogni volta che si registra una tragedia, come quella della bambina di 9 mesi di Acerra morta dopo essere stata azzannata dal pitbull di famiglia, travolge l’opinione pubblica. Una domanda alla quale anche la politica cerca di dare una risposta.
Come la proposta della senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita – soltanto l’ultima in ordine di tempo – che non solo ha evidenziato la necessità di creare un albo, che definisca una sorta di classificazione usando gli indicatori di pericolosità e aggressività, e la conseguente introduzione un patentino, ma ha addirittura sostenuto di vietare la vendita dei pitbull. La razza che più di tutte finisce al centro di questi episodi. Un caso sconvolse anche il Bresciano, in modo particolare la comunità di Flero, nel 2017, quando una bambina di 14 mesi venne uccisa dai suoi due pitbull mentre era in giardino a giocare.
Nel Bresciano
Nella nostra provincia al 31 dicembre del 2024 all’Anagrafe canina erano registrati 216.933 amici a quattro zampe: il cane maggiormente presente è il meticcio, con 77.208 capi, mentre i pitbull sono 1.681. Un numero sicuramente significativo, alla luce delle recenti proposte.

Ma quanto sono pericolosi questi cani? Per rispondere alla domanda si prendono in esame le segnalazioni all’Ats. Nel 2024 – i dati sono relativi soltanto ad Ats Brescia e non ai paesi della Valcamonica sotto Ats Montagna – sono stati registrati 908 casi di morsicature, di cui 209 riconducibili a zuffe tra cani, mentre 699 hanno interessato persone. A fronte di questi episodi, più o meno gravi ma fortunatamente nessuno mortale, il Dipartimento veterinario di Ats Brescia ha emesso 30 ordinanze verso cani, di cui 26 maschi e 4 femmine. Episodi che hanno riguardato le seguenti razze: 1 akita, 6 american staffordshire, 1 australian cattledog, 1 australian shepperd, 1 border collie, 1 dobermann, 1 dogo argentino, 1 lupo cecoslovacco, 6 meticci, 1 pastore belga, 2 pastore maremmano, 2 pitbull, 3 pastore tedesco e 3 rottweiler.
Per capire l’andamento è necessario fare un confronto con gli anni precedenti e da questo emerge che dal 2018 i casi di morsicature sono diminuiti: dai 1.082 di quell’anno ai 908 dell’anno scorso.
Discorso opposto, invece, per le ordinanze. Nel 2018 erano state emesse «soltanto» 21 ordinanze, mentre, a fronte di meno aggressioni, nel 2021 erano state 48, nel 2022 46 e nel 2023 ne erano state emesse 43. E prendendo in esame le 73 misure degli ultimi due anni emerge che, oltre ai meticci (in totale 19), le razze più colpite sono pitbull e amstaff, in entrambi casi con 11 misure.
Come funziona
A seguito di una segnalazione di morsicatura, il cane va sottoposto a osservazione per 10 giorni, per escludere sintomi riferibili a rabbia, nel canile sanitario o autorizzato al domicilio. Nel caso in cui l’aggressore sia sconosciuto, l’animale morsicato va sottoposto a osservazione per 6 mesi (ridotti a 3 mesi in caso di vaccinazione post contagio o a 2 mesi se la vaccinazione è avvenuta pre-contagio).
Le ordinanze non devono essere intese come un provvedimento permanente, su istanza del proprietario può essere revocata se è trascorso almeno un anno dalla data di emanazione senza che l’animale abbia provocato ulteriori lesioni a persone o animali; il proprietario comprovi di aver adottato tutti i provvedimenti utili a ridurre l’aggressività del cane (educazione, terapia comportamentale, sterilizzazione); il cane a seguito di una nuova valutazione da parte del veterinario ufficiale non risulti «a rischio».
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