Brescia ancora in piazza per Gaza, in mille a largo Formentone

Oltre ai simboli ci sono i contenuti. Oltre agli slogan ci sono le richieste. Sulle pareti della Loggia in largo Formentone - ormai storico hub a cielo aperto di proteste e mobilitazioni - rimbalzano le urla della battaglia civile in difesa della Palestina ma anche le richieste da recapitare alle istituzioni attraverso la pressione popolare. Brescia ha risposto presente alla giornata di mobilitazione e scioperi di ieri indetta in tutta Italia.
Ancora una volta, 48 ore dopo il partecipato corteo di solidarietà al popolo palestinese, oltre un migliaio di persone è sceso in piazza trascinato non solo da Cgil ma anche dalle associazioni e dalla realtà del territorio da tempo già impegnate in una intensa campagna di sensibilizzazione.
Appello
E questa volta la voce è tutta rivolta agli enti istituzionali, a partire da quelli locali. «È ora che il Comune di Brescia assuma una posizione chiara sul genocidio perpetrato da Israele nella Striscia di Gaza». L’occasione potrebbe essere il prossimo il 29 settembre, quando il consiglio comunale sarà chiamato a discutere alcune mozioni.
Tra queste c’è quella presentata da una rete tutta bresciana nata un anno fa con l’obiettivo di far pressione sugli enti locali e di creare o aderire ad iniziative in corso. Le 56 realtà del territorio che oggi aderiscono alla rete hanno presentato mozioni in cinque punti, «che un anno fa erano considerati eretici e che oggi per fortuna sono invocati da molti: l’autodeterminazione del popolo palestinese, stop al genocidio, stop all’invio di armi, il riconoscimento dello stato di Palestina e l’avvio di una conferenza internazionale per affrontare la questione internazionale». Fioccano applausi.
Iniziative
Ma non è l’unica mobilitazione bresciana: il movimento «Brescia per la pace» ha raccolto 1400 firme per chiedere una presa di posizione, mentre è nata proprio in città il gruppo nazionale «Scuola per la Palestina» arrivato a quasi 4mila adesioni. A testimonianza di un fermento civile pressoché inedito su questioni internazionali in tempo recenti. «Crediamo sia importante che a Brescia, dove c’è anche un festival per la Pace, ci sia coerenza», dicono dall’ideale palco di largo Formentone. Anche la Cgil ribadisce la necessità di fermare ogni intervento militare nella Striscia, garantire corridoi umanitari, mettere in sicurezza la popolazione civile, sostenere e garantire la sicurezza di tutte le missioni umanitarie in corso, compresa la Global Sumud Flotilla, «come priorità immediate».
«Chiediamo che venga sospeso ogni accordo di cooperazione commerciale e militare con Israele finché non si ferma la guerra a Gaza e l’occupazione della Cisgiordania». È questo il leitmotiv che anche oggi pomeriggio ricorreva negli interventi, tra gli slogan «Free Palestine» e applausi sentiti. E ora il prossimo appuntamento è fissato per il prossimo 22 settembre. Sarà il lunedì nero dell’Italia: in solidarietà per Gaza si fermeranno scuola, trasporti e ferrovie.
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