Largo Formentone, in 500 per Gaza: «Non c’è più tempo, stop al massacro»

«Non c’è più tempo, l’Italia deve intervenire per fermare il massacro». Anche Brescia ha aderito alla mobilitazione che nelle ultime ore si è diffusa a macchia d’olio in tutta Italia in difesa delle popolazioni in fuga dalla Striscia. Ad accendere la miccia l’avvio dell’operazione finale su Gaza e l’esodo di migliaia di persone verso sud, verso l’ignoto.
La manifestazione
Nella serata di mercoledì in largo Formentone sono arrivate quasi 500 persone per partecipare alla prima delle due manifestazioni programmate in città: la richiesta, riverberata da Nord a Sud, è univoca: «Il governo italiano si unisca alla sempre più lunga lista di Paesi europei che stanno sanzionando Israele», nel frattempo condannato dalla commissione Onu che ha parlato apertamente di «genocidio».
Striscioni, bandiere della pace, vessilli della Palestina e canti tradizionali hanno animato largo Formentone prima che il serpentone con centinaia di persone scorresse lungo via San Faustino. È stata solo la prima risposta di Brescia. Quasi una prova generale in vista di un secondo sit-in in programma venerdì alle 18, sempre in largo Formentone. Lunedì 22 settembre, invece, decine di città italiane hanno organizzato cortei e presidi in vista dello sciopero generale. Così la società civile prova a fare pressione sulla comunità internazionale, ribadendo che «è disumano restare a guardare il genocidio in corso».
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