Musica, solidarietà e laboratori formativi al Festival dell’educazione
Dodici foulard arancioni, una vecchia chitarra acustica e un motto: «Canta che ti passa». È «Il Coro Senza Dimora» di Torino, il gruppo musicale che dal 2023 unisce canto, passione e solidarietà. Si è esibito oggi all'auditorium Santa Giulia di Brescia in occasione del Festival internazionale dell’educazione, in programma fino a domenica 5.
L’appuntamento – dal titolo «La città: un laboratorio di cambiamento e apprendimento. Il punto di vista degli invisibili» – è iniziato con i saluti istituzionali da parte di don Maurizio Rinaldi, il presidente della Caritas diocesana di Brescia, e alla presenza del presidente del Consiglio comunale Roberto Rossini.

Storia
«Il Coro Senza Dimora» nasce dal desiderio di due amici, Orlando Manfredi e Tommaso Cerasuolo, di creare un progetto prima sociale che musicale. «Siamo un coro di voci non educate alla musica – spiegano –. Il nostro intento era dar vita a un gruppo aperto a tutti, in cui ognuno potesse raccontare la propria storia cantando». Due anni fa, grazie al supporto della Casa del quartiere Barrito di Torino, quel sogno sociale è diventato realtà. «Con le nostre canzoni raccontiamo storie di speranza e integrazione».

Così, chitarra e percussioni alla mano, l’ensemble ha portato anche a Brescia brani inediti accanto a interpretazioni dei Beatles, di Franco Battiato e di Nada. Il risultato è stata una performance che ha spaziato dal cantautorato italiano al blues, passando per il rock e arrivando alla musica leggera e ha affrontato temi come la disuguaglianza sociale, l’emarginazione e la guerra.
Mensa Menni
L'appuntamento si è concluso alla mensa «Madre Eugenia Menni» in via Vittorio Emanuele, II dove si è tenuto il laboratorio «In fila per nutrirsi: cibo, incontri, storie». Quattordici ragazzi del corso di Scienze dell’Educazione e della Formazione dell’UniCatt e del servizio civile di Caritas hanno accolto gli ospiti, distribuendo i pasti e pulendo gli spazi comuni. Il workshop è durato due ore e ha permesso di vivere un'esperienza davvero speciale.
«Mangiare è un bisogno quotidiano – ha detto il responsabile della mensa Gianbattista Treccani –. Questo luogo, che mi piace definire casa, vuole essere un posto accogliente dove chi ne ha bisogno può trovare un pasto caldo e non sentirsi solo». La struttura, che quest’anno compie 25 anni, è l’unica in tutta la città e ogni giorno offre circa 200 pasti. «Qui vengono persone da tutta la provincia – continua Treccani –. Appena arrivano facciamo un colloquio conoscitivo per capire se questo è il posto adatto per loro. Una volta stabilito che lo è, si dà loro la tessera della Caritas con cui possono fare il loro ingresso diretto in mensa».
Non solo giovani e adulti in difficoltà, ma anche anziani: «Nell'ultimo anno sono state una delle presenze più numerose – spiega la pedagogista Annalisa Pasini –. Segno evidente di come questa fascia di popolazione sia attraversando situazioni sempre più problematiche».
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