Brescia nella morsa delle auto: ogni giorno ne viaggiano 400.000
In città entrano ogni giorno circa 200mila veicoli. In sostanza uno per ogni residente di Brescia. Un numero monstre, paragonabile a capoluoghi di più vaste dimensioni e popolosità come Bologna o Firenze. Dopo anni di assestamento dal 2020 in poi, lo scorso anno i flussi di traffico sono tornati quasi in linea con il 2019, anno miliare per studiare la viabilità bresciana.
Nel 2024, infatti, Brescia mobilità ha registrato un -2% di veicoli in entrata rispetto a cinque anni prima. Anche nelle ore di punta (tra le 7.30 e le 8.30 del mattino) il traffico medio giornaliero è quasi tornato ai livelli registrati nel 2019, ultima annualità di riferimento prima degli stop legati alla pandemia da coronavirus. Rispetto a cinque anni fa, si conta il 3% di traffico in meno.
Flussi
La prima corona intorno a Brescia rappresenta più del 17% del totale dei flussi di traffico in entrata. Sono Rezzato, Roncadelle e Gussago a rappresentare la quota maggiore di spostamenti verso la città, gli altri sono divisi tra Bovezzo, Caino, Collebeato, Concesio, Nave, Botticino, Borgosatollo, Castenedolo, Flero, Poncarale, San Zeno Naviglio, Cellatica e Castel Mella. «Essere attrattivi è molto positivo - commenta il vicesindaco Federico Manzoni - ma c’è anche un rovescio della medaglia. I flussi di traffico così importanti sono figli di una provincia molto popolosa che insiste su una città di medie dimensioni».
Basti pensare che da ogni alba ad ogni tramonto gli spostamenti quotidiani monitorati dalla Loggia sono oltre un milione. Il 39% di chi si muove nel capoluogo lo fa con un mezzo privato (dunque ogni giorno a Brescia circolano circa 400mila vetture), mentre solo il 15% si muove a piedi.
Il 23%, invece, utilizza i mezzi pubblici e il 21% percorre le ciclabili sulle due ruote. Diversa l’analisi degli accessi nel centro storico: nelle zone a traffico limitato gli ingressi appaiono in valori assoluti in linea coi numeri pre-covid. Eppure un significativo contributo al conteggio è stato fornito dai portali Ztl di recente istituzione che, sommati, pesano circa il 22% degli accessi dello scorso anno. Al netto dei nuovi varchi gli ingressi nelle zone a traffico limitato si sono ridotti di circa il 20%.
Il tram
A generare all’ombra del Cidneo un flusso degno dei principali agglomerati urbani d’Italia ci sono l’attrattività economica e sociale di Brescia da una parte e la mancanza di alternative ritenute convincenti da lavoratori e studenti sul trasporto pubblico extraurbano dall’altra.
«Sono fenomeni di più ampio respiro che possiamo controllare solo in parte - continua il delegato alla mobilità -, da parte nostra facciamo un pressing politico e istituzionale per provare a potenziare il trasporto pubblico locale extraurbano. D’altronde c’è un forte divario tra il servizio cittadino e quello in provincia. Come amministrazione pensiamo che si fondamentale la cura del ferro, affinché sia il vettore principale per arrivare in città».
E a proposito, come accoglie Manzoni la suggestione della tramvia che torna ad animare i dibattiti nel palazzo del Broletto? «Parteciperò alla prima riunione dell’osservatorio il 31 marzo e in quella sede capiremo se si tratta solo di una suggestione o di qualcosa di più. Si tratta di una sfida complessa ma una visione del genere è ciò che finora è mancato al di fuori dei confini cittadini. Di certo questa discussione conferma la bontà delle scelte strategiche della città».
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