Cronaca

Bettoncelli: «Per motivare i talenti servono investimenti»

Il presidente dell’Ordine dei medici di Brescia: «I medici italiani, in generale, guadagnano molto meno dei colleghi di altri paesi omologhi»
Il presidente dell'Ordine dei medici di Brescia Germano Bettoncelli © www.giornaledibrescia.it
Il presidente dell'Ordine dei medici di Brescia Germano Bettoncelli © www.giornaledibrescia.it
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«Nella crisi che il nostro Ssn sta attraversando agiscono molte cause che producono effetti differenti, in primis sui cittadini e non di meno sugli operatori sanitari». Ad ammetterlo è il presidente dell’Ordine dei medici Germano Bettoncelli. «Da alcuni anni – continua – gli obiettivi di contenimento della spesa e l’aziendalizzazione dei servizi sanitari hanno provocato effetti, forse non del tutto previsti, con un perverso spostamento di una parte non irrilevante dei costi dal bilancio pubblico sulle tasche dei privati cittadini e delle famiglie. Nel comparto del personale sanitario si è creato un clima di progressiva scarsa gratificazione professionale, ostacoli alla progressione di carriera, pesanti carichi burocratici, elevato rischio burnout, escalation dei casi di violenza».

Non ultimo il tema delle remunerazioni: «I medici italiani, in generale, guadagnano molto meno dei colleghi di altri paesi omologhi e ciò è tanto più vero per alcune specialità». In Italia, ricorda il presidente, «oggi non mancano i medici intesi come laureati in Medicina, ma mancano i medici specialisti, soprattutto in alcune branche e i medici di medicina generale. Accanto, dunque, al venir meno di fattori motivazionali si sconta oggi l’errore di una macroscopica mancanza di programmazione».

Ciò che serve «è una rivoluzione copernicana nella sanità, che metta al centro non i pareggi di bilancio, da perseguire in maniera ragionieristica, ma gli obiettivi di salute, i professionisti e i cittadini con i loro bisogni. Serve, come si chiede da molto tempo, un piano straordinario di investimenti sul personale che preveda l’eliminazione effettiva del tetto di spesa per le assunzioni in base ad una definizione corretta del fabbisogno dei sanitari sulla base delle specialità e dei posti letto. Serve un riconoscimento economico e normativo in generale, ma soprattutto per le specialità più faticose, così da ridare attrattività al sistema e frenare la fuga dei medici all’estero».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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