Sanità, molte professioni fondamentali non attraggono più i giovani
Zero posti assegnati per Anatomia patologica, Medicina d’emergenza-urgenza, Medicina nucleare e Microbiologia. E appeal scarso anche nei confronti di Nefrologia, con due immatricolati per 16 posti, Anestesia e rianimazione, con 28 borse vacanti su 43, Chirurgia generale, con sette contratti stipulati su 14, Medicina interna, con 12 posizioni coperte su 22, e Radioterapia, con sette borse non assegnate su otto. I posti liberi nelle Scuole di specializzazione per i laureati in Medicina sono decine: esattamente 138 su 389 nel 2023 e 125 su 382 l’anno scorso. Questo significa che il ministero ha offerto a Brescia la possibilità di istruire 382 nuovi specialisti, ma solo 257 medici hanno colto questa opportunità.
«Il problema non dipende dall’Università, che continua a formare medici molto preparati – commenta il rettore Francesco Castelli –, ma dal calo d’attrattività del sistema di cura pubblico italiano». A incidere, insomma, sarebbero le condizioni di lavoro negli ospedali del Belpaese: «Salari non competitivi, turni scomodi e guardie. Una situazione – sottolinea il rettore – alla quale si sommano il problema delle aggressioni al personale sanitario e il generale calo del rispetto nei confronti della professione medica. Che, soprattutto quando fornisce servizi gratuiti, viene percepita come scontata». Premesso ciò, come confermano i dati, «le Scuole di specializzazione più ambite – fa notare il professor Castelli – sono quelle che consentono di praticare la libera professione». Si pensi, ad esempio, a Dermatologia, Ginecologia e Pediatria.
Accordi
Guardando al presente le carenze di alcune specialità vengono compensate attraverso convenzioni tra ospedali. Come quella che vede la Neuroradiologia degli Spedali Civili collaborare con le strutture del territorio. O l’accordo quadro per tre province (Brescia, Mantova e Cremona) che vede gli ospedali pubblici condividere in modo strutturato risorse umane sfruttando l’appeal dei Civili, incaricati di pubblicare i bandi di ricerca di personale dirigente medico venendo incontro alle esigenze palesate dalle singole Asst. Altri accordi sono attivi anche con la Poliambulanza.
Guardando al futuro ci si interroga su come rendere nuovamente attrattive professioni cardine del sistema. Professioni che interessano, ad esempio, l’emergenza-urgenza e l’ambito oncologico. Come l’Anatomia patologica, che dietro le quinte svolge un ruolo centrale nella definizione delle diagnosi (non solo dei tumori) e la Medicina nucleare.
«Bisogna garantire percorsi di carriera e sviluppo professionale fruttando la tecnologia e l’innovazione – commenta Alessandra Bruschi, direttore generale della Asst Franciacorta –: parlo di intelligenza artificiale, telemedicina e robotica che, oltre a rappresentare un aiuto, possono rendere più attrattive e stimolanti certe professioni agli occhi dei giovani». Negli ospedali che fanno riferimento a questa Asst «ad oggi non rileviamo carenze di anestesisti rianimatori, chirurghi e nefrologi, ma in prospettiva probabilmente ci saranno. Quel che notiamo già è che lo sbocco privato, per specialità gettonate come Dermatologia, è più attrattivo del pubblico».
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