La paziente oncologica: «Due mesi e mezzo per la legge 104»

Dall’invio del certificato medico introduttivo al riconoscimento della legge 104 «sono trascorsi due mesi e mezzo. Ma, che fatica! Per fortuna ho dimestichezza con la burocrazia e sono riuscita a dedicare tempo a questo percorso. Altre persone non so se ce l’avrebbero fatta». Ad ammetterlo è una giovane donna la cui madre è malata da una decina di anni. «In passato – racconta – non ho mai chiesto nulla. Quest’anno però, con i figli piccoli e la mamma bisognosa di un intervento, mi sono trovata in difficoltà a gestire famiglia e lavoro. Quindi ho avviato la pratica per il riconoscimento della disabilità di mia mamma».
Il primo gennaio nel Bresciano l’iter è cambiato perché ha preso il via la sperimentazione della legge sulla disabilità: «Il nostro percorso è iniziato il 24 febbraio quando il medico di famiglia, dietro pagamento di 150 euro, ha inviato all’Inps il certificato medico introduttivo di mia mamma. Subito dopo io mi sono recata al patronato Acli per comunicare i suoi dati socio-economici». A quel punto la procedura prevede la valutazione dell’Unità valutativa di base. Considerato che i casi oncologici hanno la precedenza, la visita è stata fissata il 10 marzo. La donna a tal proposito ha ricevuto due comunicazioni di convocazione: «Una via mail, qualche giorno prima dell’incontro, e l’altra via posta, parecchio tempo dopo. O meglio il 24 marzo».
Il giorno della valutazione «abbiamo portato alla sede di Inps di Brescia il faldone con tutti i documenti. Tra attesa e incontro ci sono volute un paio di ore. Il colloquio si è svolto alla presenza di quattro persone: due medici Inps, il presidente della commissione e una figura professionale dell’area psicologica-sociale». Il verbale che riconosce l’invalidità grave al 100% della mamma è arrivato via mail il 28 marzo. Lo stesso giorno la donna ha presentato all’Inps la richiesta per avere diritto a quanto previsto dalla Legge 104. La risposta, positiva, è arrivata il 5 maggio: «Dal primo maggio posso quindi beneficiare dei permessi, peccato che mia mamma sia stata operata ad aprile». Nel frattempo, sempre grazie all’aiuto del patronato Acli, la donna ha anche presentato una richiesta per gli assegni Anf: «In questo caso la procedura è stata più veloce: il 3 aprile ho presentato la domanda e il 23 è arrivato il responso. Mia mamma non ne ha diritto perché mio papà, morto negli anni ’90, era un lavoratore autonomo».
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