In Alta Valcamonica aumenta il numero di lupi: cresce la paura

Giuliana Mossoni
Due branchi attivi, nuove cucciolate e avvistamenti frequenti: preoccupazione tra residenti e allevatori. Il sindaco di Ponte di Legno: «Pastori in difficoltà»
Si moltiplicano gli avvistamenti di lupi
Si moltiplicano gli avvistamenti di lupi
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Mentre si avvicina Halloween, tra i residenti dell’alta Valcamonica la paura più grande non sono vampiri e fantasmi, bensì i lupi.

Dopo le predazioni di cervi della primavera nelle frazioni dalignesi di Pezzo e Precasaglio la notizia che entrambi i branchi camuni, quello del Tonale e quello della Val Grande di Vezza, sono cresciuti, ha rinfocolato la polemica.

Le nascite

Il Parco dello Stelvio ha fatto sapere che il gruppo del Tonale, presente dal 2019, il primo a svilupparsi, è cresciuto quest’anno di quattro nuovi cuccioli, contando così la coppia alfa, una helper (fratelli o sorelle di cucciolate precedenti) e i lupacchiotti. Quello della Val Grande, presente dal 2023, si è riprodotto con almeno un cucciolo, portando ad almeno cinque gli esemplari (la coppia alfa e due helper). Gli avvistamenti, in tutta l’alta Valle, si sono moltiplicati sia la scorsa estate, sia in autunno.

Le richieste

Il gruppo Ruralpini – Resistenza rurale, ha scritto una lettera aperta ai sindaci di Ponte, Temù, Vezza, Vione, Incidine, Monno ed Edolo chiedendo, viste le segnalazioni nei centri abitati di Pezzo, Canè, Stadolina, Grano e altri, di «emettere un’ordinanza di rimozione dei lupi dalle aree dove costituiscono un palese rischio per la pubblica incolumità».

Lupi immortalati da una fototrappola
Lupi immortalati da una fototrappola

Estremismi a parte, la preoccupazione c’è, tanto che anche il sindaco dalignese, Ivan Faustinelli, nel corso di un incontro tra la popolazione e il Parco dello Stelvio, ha ammesso che, da cittadino, «si stava meglio prima» dell’arrivo di orsi e lupi.

«Esprimo preoccupazione – ha detto – perché hanno creato problemi, a pastori e hobbisti, costretti ad abbandonare la loro attività di cura delle pecore in alpeggio. Noi siamo pastori da generazioni e non è bello. E poi le persone hanno paura e non si sentono tranquille a frequentare le montagne».

Una situazione che, se in alta Valle è solo pronunciata, è invece scoppiata in Trentino: a Vermiglio gli abitanti (e i turisti) frequentano molto meno le montagne per paura d’incontrare un orso.

«Sono più preoccupato per gli orsi che per i lupi – ha concluso Faustinelli –, per ora da noi transitano solo e non ci sono femmine con cuccioli, ma è solo questione di tempo».

Faustinelli, ai suoi concittadini, ha però chiesto di essere oggettivi e informarsi, perché qualcosa nelle norme che prevedono un’alta tutela per questi animali si sta muovendo e potrebbero anche cambiare, ma nel frattempo «bisogna conviverci ed essere più informati possibile».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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