Cronaca

Alloggi Aler, in Lombardia anche chi è proprietario può usufruirne

Nicolò Rubeis
In aula è stato raggiunto il compromesso: l’altra casa dev’essere a 40 km di distanza
Le abitazioni Aler in Villa Glori
Le abitazioni Aler in Villa Glori
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In Lombardia potrà ottenere una casa Aler, Isee permettendo, anche chi è già proprietario di un’abitazione, a patto che quest’ultima sia distante almeno 40 km dall’alloggio popolare. Alla fine il centrodestra ha trovato un compromesso senza andare allo scontro, con la modifica al regolamento di assegnazione delle case Aler che è stata votata dalla maggioranza durante l’esame in Consiglio regionale della legge ordinamentale.

La mediazione

L’inserimento del criterio chilometrico era stato deciso dalla Giunta dopo la sentenza della Corte d’appello del 2023 che considerava discriminatorio il fatto di dover chiedere agli stranieri, per l’ottenimento di una casa popolare, un documento che certificasse che non avessero già delle proprietà nei loro Paesi d’origine. In particolare, la Lega spingeva per una distanza più corta, di almeno 10 km. Fratelli d’Italia – con il bresciano Diego Invernici, invece aveva presentato un emendamento fissare la quota a 90 chilometri così «da tutelare coloro che, per esempio, possedendo una casa di poco valore nelle valli bresciane, che non potevano fare richiesta per un alloggio popolare a Milano».

La mediazione nel centrodestra alla fine ha portato ad un’intesa su 40 chilometri di limite minimo tra un immobile di proprietà del richiedente e l’abitazione popolare per la quale si presenta domanda. «Non possiamo permetterci di lasciare ai margini chi è formalmente proprietario di un’abitazione, ma non può viverci in modo dignitoso – spiega i Invernici –. Alzare la soglia a 40 chilometri non stravolge i criteri di equità per i lombardi: li rafforza. La casa è un diritto fondamentale, e questo intervento legislativo ci permette di renderlo accessibile anche a chi, pur possedendo un immobile, vive in contesti di forte disagio».

Il dibattito

Attacca invece la consigliera del Pd Carmela Rozza: «Aprire le assegnazioni degli alloggi a chi ha già una casa in Lombardia è un imbroglio. Chi ne ha realmente bisogno resterà escluso». Secondo Rozza si tratta di una presa in giro. Perché «chi ha già una casa, ha un Isee troppo alto per poter accedere agli alloggi Sap, riservati a chi ha vive un pesante disagio economico e quindi rimarrà di fatto escluso dalle graduatorie. In compenso – sottolinea – i più furbi potranno comprarsi una casa con il mutuo, che non rientra nell’Isee, affittarla in nero e accedere e vivere in un alloggio popolare». Il risultato «è che non avranno la casa coloro che arrivano dal Sud per lavorare in Lombardia, tutti quei lavoratori, come gli infermieri, di cui c’è una ormai gravissima carenza, e può succedere che la ottengano quelli che non ne hanno davvero bisogno».

«Altro che imbroglio – ribatte il capogruppo della Lega Alessandro Corbetta – il limite dei 40 km tutela i lombardi e non li discrimina rispetto agli stranieri. Una scelta di buonsenso su cui è stato trovato un compromesso con le altre forze di maggioranza». Mentre per la consigliera di Forza Italia Claudia Carzeri l’obiettivo «deve rimanere quello di una gestione del patrimonio abitativo pubblico che sia equa, efficiente e ancorata alle esigenze dei territori, con una visione che tenga conto della dignità delle persone e del benessere delle comunità lombarde».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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