Cronaca

Verso l’Adunata 2027: quattro giovani bresciani diventano Alpini

I volontari della nostra provincia hanno ricevuto il cappello con la penna nera durante la cerimonia a Trieste
Giorgio Perucchetti riceve il cappello da Paola Dal Din, partigiana di 102 anni © www.giornaledibrescia.it
Giorgio Perucchetti riceve il cappello da Paola Dal Din, partigiana di 102 anni © www.giornaledibrescia.it
AA

Brescia ospiterà nel 2027 l’Adunata Nazionale degli Alpini, il più grande evento mondiale che riunisce centinaia di migliaia di appartenenti al corpo militare probabilmente più amato dalla gente, provenienti da ogni angolo della Terra.

La sospensione della leva nel 2004 ha tolto sicuramente linfa all’Ana (l’Associazione Nazionale Alpini), ma tradizione, spirito e valori da essa incarnati sono vivi nel nostro tessuto sociale, tanto che ancora sono centinaia i giovani che ogni anno si arruolano volontari nell’Esercito avendo come obiettivo il cappello con la penna nera.

La cerimonia

In questi giorni 140 nuovi volontari in ferma iniziale dell’Esercito (Corso Monte Nero III) hanno ricevuto il cappello in una solenne cerimonia in piazza Unità d’Italia a Trieste, dopo dodici settimane di formazione di base (Mitalp) al Centro Addestramento Alpino di Aosta.

C’è grande significato in queste cerimonie di antica tradizione: infatti il cappello viene posto in testa ai nuovi Alpini non solo dalle autorità, ma anche e soprattutto dai «vèci» delle Sezioni Ana dal cui territorio provengono i giovani, a cominciare dal presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero.

Alpini bresciani

Quattro tra i nuovi Alpini in questo corso sono bresciani: Francesco Morandini, 19enne di Berzo Inferiore, diplomato in scienze umane nel 2025 al liceo Golgi di Breno dove si è diplomato mentre era già al RAV, classificato secondo nel corso ad Aosta e che in virtù di questo si è visto consegnare il copricapo dal comandante delle Truppe Alpine, gen. Michele Risi e altri tre ventenni, Matteo Bonati di Montichiari diplomato quest’anno all’istituto superiore Don Milani e Giorgio Perucchetti di Lumezzane, diplomatosi nel 2024 all’Itis Carlo Beretta di Gardone Val Trompia nonchè Giada Belleri, di Gardone Val Trompia, diplomatasi nel 2024 al CFP Canossa di Brescia.

Francesco Morandini di Berzo Inferiore © www.giornaledibrescia.it
Francesco Morandini di Berzo Inferiore © www.giornaledibrescia.it

Molto emozionato, Morandini ha raccontato: «Sono arrivato secondo nel Mitalp; è stato arduo ma sono stato ripagato potendo scegliere il reparto di destinazione: il 7° Alpini di Belluno, dove spero di diventare alpiere (esploratore, ndr). Sono anche contento di aver superato l’addestramento al combattimento in montagna (Mountain warfare), molto faticoso sia fisicamente che mentalmente. Ho scelto di diventare Alpino perché mio padre e mio nonno sono stati Alpini di leva. Consiglierei questo percorso anche ai miei coetanei: offre stabilità ma, soprattutto, esperienze che la vita civile non può offrire e ti fa entrare in una nuova famiglia, oltre alla tua, quella dell’Esercito. Oggi è un momento da incoronare nella mia giovane vita».

Giorgio Perucchetti di Lumezzane © www.giornaledibrescia.it
Giorgio Perucchetti di Lumezzane © www.giornaledibrescia.it

Anche Giorgio Perucchetti (un destino nel cognome, essendo uguale a quello storico per il Corpo del capitano che nel 1872 propugnò la creazione delle «Compagnie alpine») viene da una famiglia di Penne nere: «Ho scelto gli Alpini – dice – perché me ne sono innamorato sin da piccolo grazie ai racconti sui miei nonni, tutti Alpini: amo ciò che gli Alpini, nati per difendere le vallate alpine, rappresentano per l’Italia. Provenendo io stesso da una valle ho sempre sentito il desiderio di mettermi a disposizione per la sicurezza del Paese e al servizio dei cittadini. Ricevere il cappello con la penna è un’emozione fortissima: arrivarci è stato impegnativo, ma ringrazio i miei colleghi che mi sono sempre stati accanto. Quando vedi un amico in difficoltà, tendi subito la mano: è fondamentale aiutarsi a vicenda. I miei? Sono orgogliosi della mia scelta».

Giorgio ha avuto anche un onore particolare: ricevere il cappello alpino dalle mani della prof. Paola Del Din – 102 anni – partigiana medaglia d’oro al valor militare per le missioni dietro le linee nemiche durante la Seconda guerra mondiale, lanciandosi anche col paracadute.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...