Dopo 139 anni le ultime Ancelle lasciano per sempre Rudiano

Dopo 139 anni le suore Ancelle della Carità, fondamenta dell’istruzione infantile rudianese, lasciano per sempre il paese. Dopo quasi un secolo e mezzo di presenza silenziosa, dedizione instancabile e servizio alla comunità, le suore della congregazione religiosa che dal 1886 operava a Rudiano si preparano all’addio. Un addio che segna la fine di un’epoca e lascia un vuoto profondo nel cuore dei cittadini.
La storia
Le religiose arrivarono in paese nel 1886 e, inizialmente, si dedicarono all’assistenza dei malati e degli anziani, ma qualche anno più tardi fondarono la scuola dell’infanzia che hanno gestito fino al 2017, fino al passaggio di mano ad un’associazione che ne porta avanti i valori, Nel corso degli anni, le sorelle si sono integrate profondamente nel tessuto sociale del paese, diventando figure di riferimento per intere generazioni. Negli ultimi anni le due religiose rimaste, suor Elena e suor Natalina, che hanno rispettivamente 83 e 87 anni e che sono due sorelle originarie di Verdello, si sono dedicate a portare la comunione e conforto ai malati.
Con il passare del tempo e la diminuzione delle vocazioni, la presenza delle religiose si è progressivamente ridotta, fino alla difficile decisione di lasciare definitivamente la comunità per tornare alla Casa Madre. Il saluto ufficiale si è svolto domenica in parrocchiale alla presenza di autorità religiose, civili e militari, durante la messa officiata dal parroco don Endrio Bosio.
«Centotrentanove anni. Non è solo un numero: è quasi un secolo e mezzo di vita condivisa - le parole del sindaco Andrea Gallina -. Una vita intera anzi, migliaia di vite. Perché dentro questo numero ci sono generazioni di bambini cresciuti, di famiglie accompagnate, di comunità custodite. Le suore sono state molto più che educatrici: sono state madri e sorelle. Tutti, qui dentro, portiamo nel cuore un volto, un sorriso, uno sguardo. Io stesso sono cresciuto all’asilo delle suore. E so bene cosa significava: varcare quella porta voleva dire entrare in un luogo dove ti sentivi a casa, dove imparavi le prime lettere ma, soprattutto, imparavi a fidarti della vita».
Il dono
L’amministrazione comunale, in segno di riconoscenza, ha consegnato alle due suore una targa di riconoscimento. «Care sorelle - conclude il sindaco - avete custodito i nostri figli, avete guidato i nostri primi passi, avete accompagnato gli ultimi respiri dei nostri malati, portando loro la comunione, la fede e una parola di consolazione. Siete state una presenza silenziosa e fedele, capace di dare forza nei momenti più fragili. Oggi, mentre vi preparate a tornare alla vostra Casa Madre non vi accompagna la nostalgia di chi perde, ma la gratitudine di chi sa di avere ricevuto un dono immenso».
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