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Dopo quasi 130 anni, le Madri Canossiane salutano Ghedi

Entro il 20 agosto lasceranno la casa di via Marconi, ma la scuola del convento continuerà a funzionare
La casa di via Marconi a Ghedi - © www.giornaledibrescia.it
La casa di via Marconi a Ghedi - © www.giornaledibrescia.it
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Dopo quasi 130 anni, le Canossiane salutano Ghedi: entro il 20 agosto lasceranno la casa di via Marconi. L’ha annunciato ieri il parroco don Roberto Sottini.

«Le quattro anziane Madri Canossiane - ha detto il parroco - lasceranno Ghedi e verranno destinate ad altri conventi. Anche se sapevamo che sarebbe arrivato, è un momento molto triste. Oltre a pregare per loro, le ringraziamo per il bene che hanno fatto».

L’arrivo

Le religiose erano arrivate a Ghedi sul finire del XIX secolo. «Anche se la presenza ufficiale di una unità operativa è del 1896 - assicura lo storico Ludovico Guarneri -, con la presenza di un orfanotrofio femminile in via Marconi, quindi la probabile presenza di alcune Canossiane, è certificata già in un inventario del 1893».

L’addio

Non è la prima volta che delle religiose lasciano questo grande Comune. C’era un tempo in cui, a Ghedi, operavano sia le Madri Canossiane sia le Ancelle della Carità. Mentre le prime, che avevano la casa in via Marconi, seguivano la parrocchia e la scuola, le Ancelle si occupavano anche di quello che, pomposamente, veniva chiamato «l’ospedale di Ghedi». Il quale, pur essendo poco più di un Pronto soccorso, aveva un’ala che, dedicata alle partorienti, nel secolo scorso ha visto nascere molti ghedesi.

Nella seconda metà del secolo scorso l’ospedale chiuse: le partorienti vennero dirottate a Brescia e Manerbio, mentre, dopo un breve passaggio di alcune di loro alla nuova Casa di riposo edificata in via X Giornate, le Ancelle fecero le valigie. Erano gli anni settanta/ottanta: con la partenza delle consorelle, a Ghedi rimasero solo le Canossiane. Ora lasciano pure loro. Molti, però, sperano che questo sia solo un arrivederci. Anche se le Canossiane se ne andranno, il convento di via Marconi non chiuderà i battenti: perché la scuola materna parrocchiale continuerà a funzionare, ma anche perché, «se ci fossero nuove vocazioni, un giorno, magari…».

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