Cosa rende l’inizio dell’autunno diverso da ogni altra stagione

Non solo di castagne e buio è fatto l’autunno. Non solo di funghi e nebbia, di foglie cadute e polenta bollente. C’è anche il suo folgorante inizio, che apre ai giorni tra i più belli dell’anno. Per la limpidezza del cielo, per l’idea di prospettiva che dà settembre, il mese votato alla costruzione del futuro, almeno nelle intenzioni. Per il clima non troppo caldo né troppo freddo. In una parola perfetto, sebbene la perfezione sia sopravvalutata.
Perché ti puoi vestire leggero e riesci a sentirti libero, sollevato in parte dai fastidi dell’inverno e dell’estate. L’inizio dell’autunno sta sospeso come la linea che si libra sopra il punto nel punto esclamativo, è una dichiarazione d’intenti ma non un impegno per la vita, una promessa ma non un giuramento. È un momento di passaggio che va affrontato con contezza, ma senza pesantezza, tendendo una mano al gelo e lasciando un piede nell’afa.
Il colore ambrato

In questo tempo è possibile gettarsi in nuovi progetti e nel contempo concedersi pause di riflessione, con un approccio soft che si dovrebbe abbracciare come regola di vita ma che non si riesce sempre a mettere in pratica, se non in questa finestra temporale in cui il giorno vira più veloce verso il buio e insieme la visione dell’orizzonte è limpida come non mai.
L’aria di montagna diventa più sottile, l’acqua del lago più trasparente, quella dei fiumi più argentina, la terra più compatta. Sarà un’impressione? Forse sì, aiutata dalla qualità della luce, alle nostre latitudini così unica particolare. Ed è proprio lei, la luce, a definire il caratteristico colore ambrato di questi giorni di sole radente e raggi morbidi che rendono ogni cosa più dolce e distesa, siano campi, alberi o specchi d’acqua. Persino nelle case l’illuminazione naturale è più rilassante. Tutto ha un che di piacevole.
L’autunno ha un suo odore
Viene voglia di sedersi, chiudere gli occhi per annusare l’aria e prepararsi ad ammirare un tramonto profondamente giallo e rosso. Annusare l’aria? Sì, certo, il cominciare dell’autunno ha un odore suo. Non è semplice da definire poiché è diverso a seconda di dove ci si trova, ma ce l’ha e si sente per sparute settimane per poi trasformarsi in sentori più codificati, di caldo artificiale, camino, maglie di lana, felpe pesanti, vegetali appassiti.
Adesso c’è la via di mezzo, che sta tra qualcosa che non è ancora finito e qualcosa che non è ancora cominciato. Come il mosto, le noci fresche, gli ultimi pomodori, l’uva, i sandali con le calze, l’ultima grigliata all’aperto, quel fresco frizzante che si spande nel tardo pomeriggio, che ad alcuni ispira voglia di casa e ad altri desiderio di stare fuori ancora un po’.
Una via di mezzo, appunto, in questo attimo veloce e lento che ispira gioia e malinconia e invita a vedere tutto con lentezza e sveltezza. L’inizio dell’autunno è davvero il momento migliore per addormentarsi. E per rinascere.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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