Vietato annaffiare i giardini, multe fino a 500 euro: la mappa delle ordinanze, comune per comune

Vietato usare l’acqua potabile per annaffiare giardini e «orti non professionali», lavare cortili o macchine e riempire fontane o piscine. Pena multe da cento euro. Con un’ordinanza sindacale fresca di pubblicazione, anche Manerba entra nel lunghissimo elenco di Municipi bresciani che impongono ai cittadini una serie di limitazioni all’uso di una risorsa preziosa e, purtroppo, scarsissima, come l’acqua.
Regole e sanzioni
Tra gli ultimi Comuni ad aver varato regole di questo genere c’è quello di Tignale, che ha previsto, però, una deroga «per usi irrigui e per il rabbocco delle piscine private dalle 5 alle 7». Recente è anche l’ordinanza del sindaco di Toscolano Maderno: lì l’irrigazione di prati e giardini è vietata dalle 7 alle 23. Provvedimenti simili, si diceva, sono stati adottati da una sessantina di Comuni dalla pianura ai monti, passando per i laghi. Lo spirito delle ordinanze è sempre lo stesso: invitare a «un uso razionale e corretto dell’acqua potabile, riconoscendo la massima importanza della collaborazione attiva di tutti i cittadini».
Cambiano solo pochi elementi. A Monticelli Brusati, ad esempio, è vietato bagnare i giardini dalle 8 a mezzanotte e gli orti dalle 8 alle 20 e il rischio, per i trasgressori, è di incorrere in multe da 100 a 500 euro.
Ad Angolo Terme l’irrigazione è consentita dalle 21 alle 6 e per un massimo di 60 minuti. A Mazzano non si fa riferimento a fasce orarie ed è stata istituita una deroga per «gli orti - si legge nel documento pubblicato sul sito Internet dell’ente - in quanto ritenuti ad uso alimentare e le piante di recente piantumazione per evitarne l’essicamento». Qui il Comune ha attivato anche un servizio di distribuzione dell’acqua non potabile in luoghi e a orari precisi: la prima settimana la popolazione ha ritirato 8.800 litri. Regole chiare, ricordiamo, sono in vigore anche a Brescia: i giardini si possono innaffiare solo dalle 21 alle 8; stop al lavaggio dei cortili dalle 9 alle 21. E Comuni come Corzano si uniranno presto all’elenco pubblicando specifiche ordinanze.
Criticità
La situazione nelle ultime settimane è delicata, ricordiamo, a Tremosine, dove si interviene con le autobotti quando cala il livello nei serbatoi. La speranza del paese è riposta nella realizzazione di un pozzo in Valle di Bondo. A Lodrino dal 12 luglio i rubinetti vengono chiusi dalle 22.30 alle 6 e per la fornitura d’acqua il borgo ricorre alle autocisterne che inizialmente facevano 6-7 viaggi e ora uno.Lì il problema non è nuovo e nel tempo si è cercato di ridurre al 27-28% le perdite dell’acquedotto e di imporre la costruzione di impianti di raccolta dell’acqua piovana nelle nuove abitazioni. Critica è anche la situazione a Caregno di Gardone Valtrompia. Il collegamento con l’acquedotto di Marcheno è in fase di completamento. Nella piccola frazione l’acqua viene fornita con le autobotti a giorni alterni nelle due zone in cui è stato diviso il borgo. E ancora: Bovegno inizia ad essere in sofferenza. A rischio anche Caino e Marcheno che, però, per il momento reggono.
Raccomandazioni
Altri Comuni per il momento hanno preferito optare per delle raccomandazioni evitando così le ordinanze. Ne sono un esempio Gussago, Cellatica e Brione. O, nella Bassa, Roccafranca, Quinzano e Fiesse. E, in Valtrompia, Sarezzo dove, oltre a invitare la comunità a limitare l’uso dell’acqua ai «soli fini strettamente indispensabili alle esigenze alimentari e igienico sanitarie», è stato diffuso il decalogo per il risparmio idrico realizzato da Anci. Che chiede di chiudere i rubinetti mentre ci si lava i denti (per risparmiare sei litri d’acqua al giorno), prediligere la doccia al bagno, utilizzare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico, lavare frutta e verdura in una bacinella e non in acqua corrente e, tra le altre cose, non buttare l’acqua di cottura di pasta o riso e usarla per annaffiare le piante (e ridurre così il consumo di duemila litri l’anno).
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