Vendemmia e peronospora: com'è la situazione nel Bresciano

A esserne colpiti sono soprattutto i vigneti dell’areale del lago di Garda e al momento si stima un calo produttivo del 5%
Le piante attaccate dal fungo della peronospora
Le piante attaccate dal fungo della peronospora
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Monitoraggio e prevenzione con adeguati trattamenti da un lato e le nuove tecniche di evoluzione assistita (Tea) dall’altro sono gli strumenti che, secondo un report della Confagricoltura Brescia, devono essere alla base di strategie di medio-lungo periodo. Al centro c’è il comparto vitivinicolo, la vendemmia 2023 ed il problema della peronospora. Dopo gli allarmi lanciati nelle scorse settimane, Confagricoltura torna a chiedere provvedimenti immediati sia a livello nazionale che europeo per contrastare la fitopatia che sta mettendo in ginocchio - in gran parte dell’Italia, in particolare al sud - le attuali produzioni. In Lombardia si registrano problematiche di peronospora ma su una produzione tendenzialmente abbondante. Al momento si stima un calo produttivo del 5%.

Preoccupazione

Di certo è preoccupazione. A esserne colpiti sono soprattutto i vigneti dell’areale del lago di Garda, mentre in Franciacorta i danni sembrano più contenuti. «I viticoltori del Valtenesi e del Lugana stanno combattendo per tenere sotto controllo la diffusione della peronospora - spiega Marco Penitenti, membro del consiglio di Confagricoltura Brescia -. Malattia che ha trovato linfa vitale per le continue e prolungate piogge delle ultime settimane. Le aziende biologiche faticano a contenerla, bisogna intervenire con molti trattamenti, quasi il doppio rispetto alla media stagionale».

Al lavoro nei campi

I lavori di difesa proseguono in tutta la provincia. Secondo le rilevazioni di Simone Frusca responsabile dell’ufficio vitivinicolo di Coldiretti Brescia: «Per evitare danni importanti in queste ultime settimane si sta correndo ai ripari intensificando la difesa delle piante. Queste azioni incrementano però i costi di produzione e attenzioni ad un’annata già difficile».

Inoltre si è riscontrato un rapporto diretto fra i vigneti colpiti dalla grandine e il maggior sviluppo di questa problematica fitosanitaria. «Questo - spiega Frusca - ha ulteriormente complicato il percorso di quelle aziende vitivinicole che hanno subito danni seri dalle grandinate di aprile e maggio. Le grandinate primaverili hanno particolarmente colpito alcune zone dell’areale Garda. Difficile fare una previsione del danno causato da grandine e peronospora ma sicuramente l’impegno e la professionalità di tecnici, viticoltori e associazioni sul territorio hanno molto limitato i danni e si spera che il resto dell’estate sia climaticamente più clemente, perché anche quest’anno si possa brindare con ottimi vini».

Di certo è ancora molto prematuro fare previsioni sulla nuova vendemmia del «vigneto Brescia» che conta oltre 6 mila ettari di filari. Di sicuro la situazione peronospora della nostra provincia non è paragonabile con quella molto critica delle regioni del Centro Sud Italia in particolare in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Puglia, dove si rileva la presenza della malattia a macchia di leopardo con una incidenza del 20% delle superfici ma con picchi anche del 70/80%.

Il sostegno europeo

Nel frattempo l’Unione Europea è intervenuta con una serie di nuovi finanziamenti per affrontare l’impatto sul consumo di vino dell’inflazione per l’aumento dei costi dei fattori produttivi, dai concimi all’energia e fino alle bottiglie. Circostanze che preoccupano in vista della nuova vendemmia i produttori. Secondo i dati di Bruxelles il calo del consumo di vino nella campagna in corso è stato stimato pari al 7% in Italia, 10% in Spagna, 15% in Francia, 22% in Germania e 34% in Portogallo. Da qui, dunque, la necessità di intervenire per evitare il rischio di forti squilibri di mercato che preoccupano più della peronospora.

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