Vaccini, 13 bimbi fuori da scuola in città e provincia

Ancora venti irregolari a Brescia. Partono le diffide al Comune sui dati sensibili
Braccio di ferro. I genitori chiedono un incontro in Comune
Braccio di ferro. I genitori chiedono un incontro in Comune
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Tredici bambini a casa per irregolarità nelle vaccinazioni tra Brescia e provincia. In città, dove i piccoli iscritti nelle scuole dell’infanzia comunali sono oltre 2mila, il numero degli inadempienti rispetto all’obbligo vaccinale si va riducendo; ma c’è ancora una ventina di genitori, vicini ai free vax e al Movimento internazionale riconciliazione (Mir) che li supporta, che «resistono» e hanno ricevuto la notifica della sospensione dalla frequenza. Alcuni di loro hanno chiesto senza successo di essere ricevuti dalla dirigente del Settore scuola dell’infanzia e nidi del Comune per spiegare le ragioni della loro posizione.

Un incontro si è poi tenuto con l’assessore Fabio Capra, il quale ha spiegato: «Questa è la nostra interpretazione della legge». «Abbiamo dovuto tenere a casa i bambini - spiegano Elena Metelli, «respinta» dalla materna Carboni ed Eleonora Piacentini che non può portare il suo piccolo al nido Primavera -. Dal Comune ci è arrivata la richiesta di documentazione in agosto e subito ci siamo attivate per ottenere un appuntamento all’Asst. Non tanto per vaccinare in fretta e furia i nostri figli - continuano - quanto per avere pareri scientificamente corretti e spiegazioni sulle possibili conseguenze sulla loro salute. Il Comune non ci sta venendo incontro: dagli uffici stanno insistendo su punti che la legge non prevede - ritengono le mamme -. Stanno chiedendo documentazioni che non sono contemplate dal decreto Lorenzin, l’unico pienamente in vigore tutt’oggi».

Per iscrivere i figli al nido o all’asilo serve la certificazione di avvenuta vaccinazione o in alternativa la richiesta formale di appuntamento a tal fine. I genitori free vax non intendono firmare un’autocertificazione che «sarebbe un falso perché i nostri figli non sono ancora vaccinati e lo saranno caso mai quando otterremo le rassicurazioni che da tempo sollecitiamo».

Non solo: in alcuni casi è stata inoltrata dalle famiglie alla direzione della scuola una diffida allo scambio dei dati sensibili dei bambini coinvolti e di documentazione che la legge non prevede e ne violerebbe la privacy. Intanto, oltre a una decina di bambini già a casa per irregolarità nelle vaccinazioni in città, se ne sono aggiunti altri tre in due diversi paesi della provincia.

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