Vaccinazioni alla Fiera di Brescia: si partirà il 12 aprile

La campagna di massa inizia con la fascia 75-79. Entro fine mese 48 linee per 6.912 dosi al giorno
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VACCINI, DAL 12 SI PARTE IN FIERA
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Da lunedì 12 aprile porte aperte al Brixia Forum di via Caprera per una prima parte di persone che rientrano nella fascia di età 75 ai 79 anni e che da stamattina possono prenotarsi.

Inizia così la vaccinazione di massa anti Covid-19 alla Fiera di Brescia, sede che, a regime, diventerà uno dei centri più importanti del Paese. I dettagli di quello che si profila come l’inizio di un percorso che potrebbe realmente traghettarci oltre la pandemia entro la fine di agosto sono stati illustrati ieri in un incontro stampa che si è svolto alla Camera di commercio. Non a caso, perché nella sede di via Einaudi il presidente della CdC Roberto Saccone e i direttori generali di Asst Spedali Civili e Ats Brescia, rispettivamente Massimo Lombardo e Claudio Sileo, hanno firmato la convenzione per realizzare l’Hub vaccinale a Brixia Forum.

Negli spazi di via Caprera sono già stati effettuati i primi sopralluoghi tecnici per approntare gli allestimenti delle postazioni vaccinali. Si inizia gradualmente. Il 12 aprile - hanno affermato i vertici dell’azienda sociosanitaria Spedali Civili e dell’Agenzia di tutela della Salute - saranno attive dodici linee, dalle 8 alle 20, sette giorni su sette. In ogni linea si effettuano 144 vaccinazioni. Dunque, il primo giorno le vaccinazioni saranno 1.728 con l’intento di dare la prima dose alle persone di età compresa tra i 75 e i 79 anni entro fine mese.

«Nei giorni successivi, le linee gradualmente aumenteranno con l’obiettivo di averne pienamente operative 48 entro la fine di aprile. Questo significa che entro fine mese ogni giorni in Fiera si effettueranno 6.912 somministrazioni. Ci sono gli spazi per aumentare ulteriormente la capacità vaccinale, passando da 48 fino a 72 linee, che significa effettuare solo in Fiera 10.368 vaccini anti Covid al dì».

Obiettivi ambiziosi, che sono strettamente legati ad altre variabili non di poco conto. Innanzitutto, la disponibilità dei vaccini. Ad oggi i tre utilizzati - Pfizer, Moderna e AstraZeneca - spesso sono stati consegnati in ritardo o in quantitativi inferiori a quelli attesi. Dal 19 aprile dovrebbe esserci anche il vaccino della Johnson & Johnson che ha, dalla sua, la facilità di trasporto e conservazione e, soprattutto, il fatto di essere monodose.

Poi, la disponibilità di personale vaccinatore (medici, infermieri, operatori sociosanitari, amministrativi). Insomma, solo in Fiera con 48 linee serviranno almeno 550 persone da far ruotare su più turni. «Stiamo assumendo con tutti gli strumenti che la legge per l’emergenza ci ha messo a disposizione - ha detto Lombardo -. Abbiamo stilato delle graduatorie alle quali attingere solo per le vaccinazioni, ma abbiamo anche altre forme di reclutamento».

Come quella del personale medico ed infermieristico dell’Avis, ad esempio, che è a disposizione anche per la vaccinazione di massa. Il dg di Ats Brescia ha dichiarato che altre realtà si stanno aggiungendo. Una corsa contro il tempo, con un impegno organizzativo non indifferente in un luogo che ha annullato impegni già assunti per far posto alla struttura vaccinale.

La Fiera, pur importante, sarà tuttavia solo uno dei centri vaccinali massivi che saranno attivi dal 12 aprile nella nostra provincia. Continuerà ad essere operativo il centro vaccinale di Sarezzo che fa sempre riferimento agli Spedali Civili e per il quale l’obiettivo è di triplicare la capacità vaccinale attuale.

Per la Franciacorta ci saranno Chiari e Iseo, già operativi per le categorie ed i comuni prioritari. Per l’Asst Garda la vaccinazione verrà effettuata a Gavardo, Lonato e Castelletto di Leno. Per la Valcamonica si prospetta - non senza polemiche data la distanza geografica con l’Alta Valle - un unico Hub a Darfo Boario Terme.

Contestualmente all’avvio della campagna di massa che interessa circa 55mila bresciani nella fascia 75-79 anni (ventimila solo a Brescia città e cinquemila in Valcamonica) continuerà anche quella che riguarda le categorie prioritarie.

Mancano all’appello ancora molti over 80, compresi quelli ai quali la somministrazione del vaccino deve essere effettuata a domicilio. Poi ci sono i fragili e i disabili, con relativi familiari o assistenti. Persone che sono state in parte convocate direttamente dalle Asst di riferimento, ma all’appello ne mancano ancora molte. Negli ospedali, nel frattempo, è ormai terminata la somministrazione della prima dose ai dializzati (circa 500 solo all’Asst Spedali Civili) e si procede con gli oncologici, le malattie rare e i reumatologici. Dalla prossima settimana, al via anche i diabetici.

La macchina è indubbiamente complessa e per questo richiede rigore, chiarezza e, nei limiti, il minor numero possibile di incidenti di percorso. I tempi? «Entro luglio puntiamo ad aver vaccinato un numero sufficiente di persone che ci consenta di metterci in sicurezza» ha affermato Sileo. Nel merito della Fiera, l’assessore regionale Fabio Rolfi: «Ci eravamo presi l’impegno di realizzarlo il prima possibile e, grazie alla collaborazione di Prefettura, Aci e Camera di commercio, lo abbiamo mantenuto».

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