Usura e scommesse: indagati calciatore e dirigente di serie C

Uno fino ad un anno fa calcava i campi della serie C, di ruolo difensore centrale, oggi gioca in un club bresciano dei Dilettanti. L’altro si alterna tra il rettangolo verde e la scrivania e da pochissimo, dopo aver scontato una lunga squalifica, ha assunto il ruolo di direttore tecnico di una formazione che milita nel girone A della Serie C. Il calciatore Cristian Anelli e il dirigente Ninni Corda hanno percorso un tratto di carriera insieme tra Italia e estero.
Ora entrambi risultano iscritti nel registro degli indagati della Procura di Brescia nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta usura ai danni di un 28enne ex direttore sportivo di una formazione di calcio dilettantistico bresciano, ludopatico e malato di scommesse sportive, che a giugno scorso ha denunciato ai carabinieri di Chiari di aver ricevuto prestiti di denaro da persone che hanno poi preteso la restituzione dei soldi con tassi anche del 280%. Interessi da usura secondo la ricostruzione degli inquirenti.
La decisione
In tre la scorsa settimana sono finiti agli arresti domiciliari e da ieri per due di loro la posizione si è alleggerita, dopo l’interrogatorio davanti al gip Angela Corvi. Claudio Pilotelli, già dirigente nel mondo dei dilettanti resta ai domiciliari, mentre per il genero Nicola Andreoli e Faton Buzhala il giudice ha disposto l’obbligo di firma. I due si erano difesi raccontando che il denaro che chiedevano era riconducibile ad un giro di fatture false e non per le scommesse sportive illegali.
Indagine nel calcio
È invece nelle fasi iniziali il filone di inchiesta dei pubblici ministeri Victoria Allegra Boga e Iacopo Berardi che coinvolge, in un elenco di undici persone, il difensore oggi a Castegnato Cristian Anelli e l’attuale direttore tecnico dell’Alessandria Ninni Corda. A fare i loro nomi, con tanto di screenshot consegnati agli inquirenti, è stato lo stesso 28enne bresciano che dopo aver denunciato ha fatto perdere le proprie tracce. Secondo il racconto della presunta vittima di usura, Anelli e Corda erano attivi in un canale Telegram di scommesse illegali sul calcio, con base nel Comasco, lo stesso in cui sarebbe finito anche il centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli, indagato a Torino e squalificato dalla giustizia sportiva per sette mesi proprio per scommesse.Il dirigente bresciano che ha denunciato l’usura ha spiegato che si rivolgeva ad Anelli e Corda per avere, sulla piattaforma illegale, quotazioni per scommesse su appuntamenti sportivi, più alte rispetto a quelle dei canali legali. Ben presto i debiti per le mancate vincite hanno superato i crediti derivanti da giocate positive e il 28enne avrebbe quindi ricevuto pressioni per restituire i soldi con tassi fuori legge. Ha però aggiunto in denuncia che gli sarebbe stata anche proposta una strada per abbassare il conto: coinvolgere nel canale Telegram altre persone, possibilmente calciatori. Ad ogni perdita dei neo scommettitori il suo debito veniva ridotto del 10%. Un sistema sul quale ora ha messo gli occhi la Procura. Determinante sarà l’analisi dei telefoni e dei computer sequestrati agli indagati.
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