Usura, dopo gli arresti si indaga sulle scommesse sportive illegali

Sono undici gli indagati nell’inchiesta nata dalla denuncia di un dirigente sportivo indebitato
L'inchiesta ha già portato all'arresto di tre persone accusate di usura
L'inchiesta ha già portato all'arresto di tre persone accusate di usura
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Un capitolo dell’inchiesta è già stato scritto, ha superato il vaglio del gip e a breve per i coinvolti sarà tempo di interrogatorio di garanzia. Ma c’è un altro aspetto che ancora deve essere indagato a fondo nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di tre persone con l’accusa di usura ai danni di un 29enne ex direttore sportivo di una società di calcio dilettantistica, al quale il trio ha concesso prestiti per oltre centomila euro con interessi che hanno superato anche il 280%.

La vittima, che ha denunciato e poi è sparita trasferendosi probabilmente all’estero, avrebbe accumulato debiti con mezza Brescia per più di 200mila euro secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine. Tutta colpa - ha spiegato puntando il dito contro i suoi strozzini - del vizio del gioco e delle scommesse. Prima su canali legali e poi su quelli illegali tra chat, siti ed intermediari non autorizzati. E al mondo sommerso delle scommesse sportive che i carabinieri stanno guardando.

Oltre al 56enne Claudio Pilotelli, anche lui ex dirigente di calcio, il genero 39enne Nicola Andreoli e il 43enne di origini albanesi Faton Buzhala, arrestati e ai domiciliari da lunedì, nel registro degli indagati dei pubblici ministeri Victoria Allegra Boga e Iacopo Berardi sono finite altre undici persone. Queste ultime sarebbe estranee al filone usura, ma sarebbero coinvolte, a vario titolo, nelle scommesse sportive clandestine.

Bookmaker del totonero

L'inchiesta è nata dopo la denuncia ai carabinieri di Chiari - Foto New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
L'inchiesta è nata dopo la denuncia ai carabinieri di Chiari - Foto New Eden Group © www.giornaledibrescia.it

«Da circa tre o quattro anni la passione del gioco si è trasformata in un vero e proprio vizio» aveva ammesso la vittima di usura lo scorso 15 giugno quando si era presentato alla caserma dei carabinieri di Chiari. Ormai in un angolo, sotto minaccia dal trio al quale si era ultimamente affidato per ottenere denaro da buttare nel gioco. E che quando capisce che ormai la vittima non restituirà più i soldi e addirittura si è resa irreperibile, mette nel mirino la sua famiglia. «Visto che sai dove sono i suoi genitori vai da loro. Vai a prendere i suoi genitori che li conosci, visto che comanda la mamma. Vai dai suoi ma non con le buone» dice Nicola Andreoli al suocero Claudio Pilotelli in una telefonata intercettata e finita agli atti dell’inchiesta.

I tre accusati di usura avevano bisogno di rimettere mano al denaro prestato al dirigente sportivo perché a loro volta dovevano restituirlo ai creditori. «Io sto fuori il triplo rispetto a te» ammette Andreoli parlando al telefono con Buzhala. I due, stando all’inchiesta, «era i soggetti che dirigevano le operazioni e che fornivano la provvista necessaria per condurre a termine l’illecita operazione finanziaria» mentre Pilotelli viene descritto dagli inquirenti come «l’esecutore materiale, che forniva in prima persona il contante all’usurato e lo sollecitava, prima con pressanti richieste e poi con esplicite minacce, a restituire capitali ed interessi».

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