Usura, parlano gli accusati: «Fatture, non estorsioni»
Due su tre respingono le accuse di estorsione e usura. E anzi forniscono una propria versione dei fatti che non ha nulla a che vedere con i debiti di gioco ma che invece, a loro dire, ruota attorno a tre fatture per operazioni inesistenti regolarmente pagate e mai restituite. Il terzo, per ora, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
La vicenda
Si sono svolti ieri mattina davanti al gip Angela Corvi gli interrogatori di garanzia di Nicola Andreoli, Claudio Pilotelli e Faton Buzhala, arrestati lunedì dai carabinieri di Chiari sulla base di una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari in cui sono accusati a vario titolo di usura ed estorsione.
La presunta vittima è l’ex direttore sportivo di una squadra di calcio dilettantistica della provincia, 28 anni. Ludopatico, malato di scommesse sportive, oggi risulta irreperibile e dopo aver denunciato, a giugno scorso, ha fatto perdere le proprie tracce scappando da creditori di mezza provincia. Secondo le indagini il trio finito nei guai gli avrebbe prestato oltre centomila euro in contanti con tassi che avrebbero superato il 280%.
Dopo gli arresti
Il primo a presentarsi davanti al gip è stato Claudio Pilotelli, valsabbino di 56 anni, ritenuto l’esecutore materiale del prestito con tassi da strozzino. Assistito dall’avvocato Andrea Pezzangora ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere perchè il legale deve ancora studiare nel dettaglio gli atti.
Nicola Andreoli, 38enne di Gavardo assistito dall’avvocato Elena Scotuzzi, ha invece parlato. Rigettando le accuse. Ha spiegato di non aver mai incontrato e di non conoscere il direttore sportivo che ha denunciato l’usura, ma di aver preso parte, per tramite di suo suocero Pilotelli, ad un affare per una fattura emessa per operazioni inesistenti e che il dirigente sportivo ha incassato senza poi far tornare al mittente i contanti. Per questo il suo legale ha chiesto che venga revocata la misura cautelare nei suoi confronti.
Faton Buzhala, che con Andreoli avrebbe trovato i soldi da che poi Pilotelli ha consegnato alla presunta vittima, assistito dall’avvocato Vittorio Tria, ha nettamente respinto le accuse: «Non sono un usuraio e non ho mai conosciuto quella persona» ha detto. Documenti alla mano ha ricostruito quella che secondo lui è la vicenda e che, esattamente come per Andreoli, ruota attorno alle due fatture per operazioni inesistenti che avrebbe pagato al dirigente sportivo e di cui mai avrebbe ricevuto indietro l’importo concordato.
Una operazione che all’imprenditore 43enne di origini albanesi avrebbe proposto Andreoli per tramite del suocero. Anche per lui l’avvocato ha chiesto la revoca della misura. La decisione del gip è attesa nelle prossime ore.
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