Tintoretto, entro Natale la gru gigante abbatterà la torre
L’operazione Tintoretto entra nel vivo. Il corpo basso è già stato ridotto a un cumulo di macerie. Adesso tocca alla torre. La prossima settimana si comincerà a modellare il piano rialzato di 15 metri dove opererà la gru con il braccio lungo 45 metri, che abbatterà il complesso alto 55, pezzo dopo pezzo. Si partirà a metà novembre dalla parte est, verso via Cimabue. Una demolizione a gradoni per dare stabilità all’intervento e scongiurare crolli. Si conta di finire entro Natale.
Sui due lati della Tintoretto saranno collocati dei teli spessi un centimetro, sorretti da autogru. Una barriera per ridurre l’inquinamento acustico, contenere le polveri ed evitare che i detriti cadano fuori del cantiere. «Il nostro obiettivo - spiega il project manager dell’operazione Tintoretto, Marcello Fossati - è ridurre al minimo i disagi per il quartiere. Tutto è stato concordato con le autorità preposte». Durante la picconatura della torre, la gru ultralong (un gigante di 120 tonnellate) irrorerà anche l’ambiente abbattendo le polveri. Lo stesso faranno altri sistemi di irrorazione a terra. In accordo con l’Agenzia di tutela della salute (Ats), i lavori saranno sospesi nei casi di mancanza d’acqua e di forte vento. I problemi, sottolinea Fossati, dovrebbero davvero essere minimi, considerando anche la stagione invernale con le finestre chiuse. «Questa estate - specifica - abbiamo avuto soltanto un paio di reclami».L'Osservatorio
La demolizione è affidata alla società Vitali, che ha cominciato il 5 luglio scorso. Ricordiamo che titolare dell’intervento di rinascita del sito è la Redo sgr società Benefit. Una volta al mese i responsabili delle due società, l’assessore all’Urbanistica Michela Tiboni e i rappresentanti dei Consigli di quartiere si incontrano per fare il punto della situazione. Insieme costituiscono l’Osservatorio Tintoretto, «perché è giusto che ci sia uno scambio di informazioni, i cittadini vanno coinvolti», sottolinea Paola Delmonte di Redo sgr. «In particolare - aggiunge Michela Tiboni - è importante rassicurarli sulla totale sicurezza dell’intervento».
I controlli
A questo proposito, è previsto un monitoraggio costante per verificare il possibile impatto ambientale. Nelle prime due settimane, sul lato est, sarà continuo durante l’intera giornata di lavoro. In seguito, fino al termine della demolizione, i controlli saranno settimanali. In cantiere verrà installato un anemometro per misurare la velocità del vento e sospendere i lavori in caso di rischio.
Dalla settimana ventura, dunque, la Vitali comincerà ad innalzare fino a 15 metri la piramide di detriti già esistente. La demolizione della torre significa 30mila metri cubi di materiale, che verranno frantumati così da poter essere usati per i fondi stradali. Anche il ferro sarà riciclato. «La torre è già stata bonificata e l’amianto smaltito», sottolinea l’ing. Fossati.
Nel 2022 si aprirà la fase della rinascita per quest’area, delimitata dalle palizzate del cantiere. Innanzitutto bisogna redigere il progetto esecutivo. Al posto della Tintoretto sorgeranno sei edifici per un totale di 270 appartamenti. E poi spazi comuni, due corti, negozi e servizi, aree verdi, giochi per bambini. «I lavori - anticipa Paola Delmonte di Redo sgr - cominceranno entro l’estate». Consegna alla città del nuovo quartiere alla fine del 2024.
Il Pnrr
I prossimi mesi, quindi, saranno determinanti per definire esattamente le destinazioni. «Stiamo ancora esaminando varie soluzioni», dice l’assessore Tiboni. Ai primi di ottobre, infatti, una novità (positiva) ha cambiato gli scenari. Il «borgo» Tintoretto (con altri progetti italiani pensati per ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale) è stato inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), garantendo un tesoretto di 42 milioni, che si aggiunge ai 45 già in carico a Redo. Con questi fondi la Loggia apporterà notevoli aggiornamenti al progetto originario (specialmente nel campo dei consumo energetico), ma soprattutto sosterrà l’housing sociale, abbattendo il costo degli affitti.
«Significa agevolare il riempimento degli alloggi in tempi rapidi e omogenei, con benefici per la qualità del vivere nel prossimo insediamento», osserva l’assessore Valter Muchetti. Michela Tiboni lancia un appello ai cittadini delle zone interessate (San Polo Cimabue innanzitutto, poi San Polo Casa, San Polo Parco e Sanpolino): «Per richieste di informazioni, reclami, segnalazioni parlate con i Consigli di quartiere».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato


















