Tamponi, i medici avvertono: «Non sempre sono necessari»

Va eseguito «a chi ha sintomi o ha positivi in casa e ai contatti stretti» se no si mette in crisi il sistema
Tampone - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Tampone - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Tutta questa richiesta di tamponi «è comprensibile, ma non necessaria». Parola di Ottavio Di Stefano, presidente dell’Ordine dei medici di Brescia. «È comprensibile che le persone abbiano un desiderio di normalità e preferiscano incontrarsi in tutta sicurezza - spiega -. Ma è sempre bene far notare che il tampone rappresenta la fotografia del momento: quello molecolare attesta la positività o negatività di una persona che, però, di lì a poco potrebbe contrarre il virus. Gli altri, inoltre, hanno dei limiti di sensibilità».

Il tampone, insomma, va eseguito «a chi ha sintomi riconducibili al Covid, a chi ha positivi in casa e ai contatti stretti. Questa deve essere la priorità.

 Richiedere il tampone per altri motivi è comprensibile, dà sicurezza, ma rischia di mettere in difficoltà il sistema e di prolungare i tempi di attesa di chi ha davvero bisogno di sottoporsi al test». Come spiega il presidente Ottavio Di Stefano attualmente ci sono già medici bresciani che eseguono tamponi antigenici rapidi ai propri pazienti. Ad Ats Brescia risulta che i medici di base disponibili a erogare questo tipo di servizio siano 361 su un totale di 693. A questi si aggiungono 59 pediatri di libera scelta disponibili su un totale di 118. I test vengono forniti loro da Ats in modo tale che vengano eseguiti negli ambulatori. Da gennaio 2021 al 27 dicembre ne sono stati fatti in questo modo 25.765.

Voci dalla coda

Prosegue il capitolo tamponi dell’Odissea Covid. In continuità con le pagine precedenti. L’ultimo aggiornamento di Ats Brescia, relativo a lunedì 27 dicembre, riportava oltre 39mila test eseguiti in un solo giorno, 12mila in più rispetto al picco massimo registrato la vigilia di Natale. Ma anche ieri il Centro fiera è stato preso d’assalto da migliaia di persone in attesa di sapere se avevano contratto il virus. Un’attesa che, in certi casi, è durata diverse ore.

«In macchina abbiamo viveri e coperte – dice Michele Conte, che con la famiglia al completo, moglie e due figlie piccole, è arrivato di primo mattino da Ghedi e dopo quattro ore di coda scende dall’auto per sgranchirsi le gambe -. Questo mese è la terza volta che vengo a fare il tampone, perché continuo a entrare in contatto con positivi».

A incidere, in effetti, c’è la maggiore contagiosità della variante Omicron: «Sono stato a cena con un positivo e ho preso il Covid – dice un ragazzo al volante -, sto facendo il tampone di controllo ma ho ancora i brividi». Anche Beatrice Monaco ha avuto la febbre: «Per questo – racconta - il medico di base mi ha prenotato il tampone; adesso sto bene, ma ci sono voluti giorni per avere l’appuntamento». Un altro convalescente è Andrea Taboni: «Ho avuto la tracheite, quindi mi è stato prescritto d’obbligo il test, spero che sia negativo». 

Una speranza che accomuna tutti, compreso chi è venuto solo per scrupolo: «Domani vado a Napoli a trovare i miei nonni – spiega Giada De Rosa – e voglio essere sicura di non avere il virus, sono anziani e non mi perdonerei mai se li contagiassi».

Ma a pesare di più resta la scuola, anche dopo una settimana di vacanze: «La bambina – dice Mario Coppini indicando la figlia – ha preso il Covid a scuola, adesso stiamo controllando che si sia negativizzata, sperando di non essere positivi io e mia moglie nel frattempo. Se così fosse, dovremmo reiniziare da capo la quarantena». Sorte che è toccata ad Aurora Enna e alla sua famiglia, dopo che metà della classe di sua figlia è risultata positiva al Coronavirus.
Quasi in ogni abitacolo della lunga serpentina c’è un bambino: i più fortunati devono solo sottoporsi al test di monitoraggio del quinto giorno, altri sperano di uscire dall’isolamento almeno per Capodanno. I disagi ci sono, ma anche pazienza e senso di responsabilità. Lo sa bene nonna Vincenza, 80 anni, seduta tranquilla sul sedile posteriore dopo quattro ore di attesa: «Non bisogna lamentarsi del servizio, sono bravissimi e molto gentili. Poi, con tutte le code che si fanno in autostrada per andare al mare!». 

 

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