Strappa i figli al padre e li porta in California: mamma finisce a processo

L’uomo ottiene dall’Aia l’affido del più piccolo, i due ragazzi vivono separati da cinque anni
Fratelli divisi da un oceano
Fratelli divisi da un oceano
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Comunque vada sarà una sconfitta. Almeno per i due fratelli caduti vittime della difficile separazione tra mamma e papà e ora divisi a loro volta, ma non per loro volontà, da un Oceano e da nove ore di fuso orario. Fino al 2017 vivevano entrambi sotto lo stesso tetto, prima in Franciacorta poi in California. Dal 2017 uno sta a Brescia e l’altro nell’area di San Francisco. Perché si ritrovino è necessario compiano entrambi la maggiore età. Dovrà passare ancora qualche anno. Tempo qualche mese e, invece, si dovrebbe conoscere il destino processuale della loro madre.

La donna, cittadina statunitense, è davanti al giudice Mauroernesto Macca con l’accusa di sottrazione di minori e inottemperanza all’ordine del giudice. A portarla a processo è stato il padre dei ragazzi nonché suo ex marito, che dal 2016 lotta per tornare a fare il papà al 100% di entrambi i figli.

I fatti

Tutto inizia nel 2012, quando lui scopre che lei ha un altro. Il matrimonio è al capolinea. Inizia il travagliato iter di separazione. Nel 2016 il giudice la concede disponendo l’affido condiviso dei ragazzi. Nell’estate di quello stesso anno lei decide di portarli in California, dai nonni. Sulla West Coast degli Usa dovrebbero starci un mese: dai primi di luglio ai primi di agosto. Qualche giorno prima di partire lei - così ha raccontato il papà ieri sentito a processo - chiama in Italia. «Non torno - dice - e non tornano nemmeno i ragazzi. Li ho iscritti a scuola qui. Stanno qui con me». Non solo. Stando agli atti del fascicolo, lei lo denuncia in Italia per maltrattamenti (accuse che vengono puntualmente archiviate), ma pure davanti alla corte di San Francisco. Ottiene un duplice effetto: un’interdizione dell’uomo, che non può avvicinarsi ai suoi figli, e un processo a suo carico.

Lui, cinquantenne operatore sanitario, non si dà per vinto. Invoca una convenzione dell’Aia, vince il processo in America, riesce a riportare in Italia uno dei due figli, il minore. Assistito dall’avvocato Roberto Lancelotti poi porta in Tribunale, a Brescia, l’ex moglie. «Lei nel frattempo viene in Italia e può vedere il figlio che è tornato con me - racconta l’uomo -: io non la ostacolo. Lei lo fa di continuo: per me vedere e sentire il grande è sempre difficile».

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