Strage di piazza Loggia, l'udienza slitta in autunno e i tempi si allungano

Quello che temeva Manlio Milani si è concretizzato e la Cassazione ha fissato l'appuntamento in aula per il 29 settembre
Una rosa in omaggio alle vittime di piazza della Loggia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Una rosa in omaggio alle vittime di piazza della Loggia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Tutto in tre giorni. Tra il 26 e il 29 settembre. Passano da Roma gli sviluppi sulla vicenda giudiziaria relativa alla Strage di piazza Loggia tra il filone storico e quello recente. E di certo c’è che la decisione sull’eventuale rinvio a giudizio di Roberto Zorzi, ritenuto uno degli esecutori materiali dell’attentato del 28 maggio 1974, slitta all’autunno.

Quello che temeva Manlio Milani si è concretizzato. «Mi appello alla Cassazione perché fissi la data, possibilmente prima del 15 giugno. Quella che poi sarà la decisione la valuteremo e ci adegueremo. Ma ciò che conta è che si faccia in fretta» disse il presidente della Casa della Memoria lo scorso 18 maggio riferendosi al ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio contro il mancato accoglimento della costituzione di parte civile. La Cassazione non ha avuto la stessa fretta di Milani e ha fissato l’udienza per il prossimo 29 settembre e il primo effetto è lo slittamento della fine dell’udienza preliminare a carico di Zorzi che era prevista per giovedì prossimo.

La questione Tramonte

Tre giorni prima, il 26 settembre, sempre la Cassazione dovrà pronunciarsi su un altro ricorso. Quello di Maurizio Tramonte che chiede la revisione del processo e ha impugnato il rigetto della Corte d’appello di Brescia. Condannato all’ergastolo in via definitiva, l’ex informatore dei servizi segreti chiede che venga rifatto il processo sulla scorta di presunte nuove prove. Fotografie dell’epoca e una perizia che per la difesa dimostrerebbero che il 28 maggio 1974 Maurizio Tramonte non era in Piazza Loggia e che non era lui quello immortalato in uno scatto fotografico finito agli del processo che si era concluso con la condanna all’ergastolo.

«Sono stato condannato innocentemente per la strage di piazza Loggia, un reato criminale e vigliacco. E io non sono né criminale, né vigliacco» disse un anno fa in aula Tramonte. Gli elementi portati dai suoi legali di «non risultano dotati di una forza persuasiva in grado di superare il complesso delle prove assunte nei gradi precedenti e ribaltare il giudizio di colpevolezza» hanno stabilito i giudici bresciani. Ora la parola passa alla Cassazione.

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