Nel caveau del tribunale i reperti della Strage di piazza Loggia: il reportage

Ombrelli, vestiti, il cestino della bomba: gli oggetti che raccontano la pagina più nera della città nei sotterranei del Palazzo di Giustizia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Il maglione di una delle vittime della Strage - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
  • Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
    Nel caveau del Tribunale c'è un reparto dedicato alla Strage di piazza della Loggia
AA

Dietro la prima porta blindata, dopo il secondo ingresso allarmato, a chiudere una fila di decine di scansie in metallo piene di reperti di ogni tipo c’è un pezzo di storia di Brescia. Oggetti, grandi e piccoli, incredibilmente conservati e intatti, che raccontano la pagina più nera della città. E ruotano tutti attorno ad una data: 28 maggio 1974. «Strage di Piazza della Loggia» recita il cartello sulla porzione di magazzino che è a tutti gli effetti un museo.

Nei sotterranei del tribunale

In fondo al grande caveau dell’ufficio corpi di reato nei sotterranei del tribunale di Brescia, un intero corridoio è dedicato all’attentato fascista di 49 anni fa che provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre 102. Ogni scatola parla, ogni busta racconta qualcosa. Degli indagati in tempi diversi e delle vittime. Sui reperti i cartellini descrittivi sono quelli dell’epoca. Scritti a mano o a macchina, impolverati, da maneggiare con estrema cura. Sono stati aperti e richiusi dai pm che negli anni si sono occupati delle inchieste sulla Strage. E rappresentano ancora oggi potenziali prove in una vicenda giudiziaria che nonostante due condanne definitive all’ergastolo, un processo davanti al tribunale dei minori che inizierà a settembre ed un’udienza preliminare in corso, probabilmente non si chiuderà mai. 

I reperti

Le copie della rivista Anno Zero che erano sulla Vespa di Ferrari - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
Le copie della rivista Anno Zero che erano sulla Vespa di Ferrari - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it

Autorizzati dalla presidente del tribunale a visionare i plichi, per guardare dentro gli atti più nascosti della Strage, solleviamo i sigilli rossi in ceralacca con grande timore ed estremo rispetto. «Questa è storia» commenta il dirigente Fabrizio Meli, responsabile dell’ufficio corpo di reati. «Qui c’è qualcosa che può interessarvi» interviene mettendo gli occhi su una busta gialla.

«Atti relativi alla morte di Silvio Ferrari» è l’intestazione. Dentro ci sono i resti della Vespa distrutta dall’esplosivo che la notte del 19 maggio Ferrari trasportava in via IV novembre, dietro piazza del Mercato. Pezzi in lamiera della 125 Primavera bianca su cui viaggiava il 21enne estremista di destra. «Frammenti rinvenuti sul luogo dell’incidente dal teste Bortolo Bortolino» scrissero i carabinieri. Oltre all’esplosivo Silvio Ferrari portava sulla sua Vespa anche cinque copie della rivista Anno Zero, stampa di riferimento di Ordine Nuovo. Le troviamo sulla stessa mensola. La data è quella del 31 gennaio 1974, le pagine sono in parte annerite e mangiate dalle fiamme oltre che ingiallite dal tempo. «Si sente ancora l’odore di bruciato» dice il dirigente che apre la busta.

Andrea Cittadini e Fabrizio Meli nel caveau del tribunale - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
Andrea Cittadini e Fabrizio Meli nel caveau del tribunale - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it

In un altro contenitore archiviato, ci sono invece i volantini dattiloscritti del Movimento Sociale Italiano e del Fronte della gioventù. Poco più in là un altro plico. Molto più grande, con la descrizione scritta a macchina. Si tratta di materiale sequestrato il 13 luglio 1974 dal nucleo investigativo del gruppo dei carabinieri di Brescia a casa di Carlo Valtorta, il dirigente dell'Msi deceduto il 19 maggio, mezz’ora dopo la morte di Silvio Ferrari al volante di un’auto che si schianta in via Villa Glori. All’interno del contenitore troviamo «un nastro da mitragliatrice con 30 pallottole, un caricatore con otto pallottole, due pugnali, un blocco note con appunti, un’agenda con indirizzi e numeri telefonici vari, un bossolo rivestito con cotone, un paio di guanti e manifesti dell'Msi inerente la campagna sul referendum». 

Il cestino della bomba

Il cestino che conteneva la bomba della Strage di piazza della Loggia - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
Il cestino che conteneva la bomba della Strage di piazza della Loggia - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it

E si arriva al 28 maggio 1974. Un cartone enorme catalizza l’attenzione. Chiediamo di aprirlo dopo averlo posizionato a terra. È il cestino, o meglio quello che rimane del cestino, in cui venne posizionata la bomba che esplose durante la manifestazione sindacale. Alle 10.12 mentre parla Franco Castrezzati. Il palo su cui era agganciato il cestino è piegato e il resto sono pezzi che messi insieme formano parte della grata porta rifiuti. Da questo punto della scansia iniziano la serie di reperti relativi alla prima indagine. 

Le prove sugli indagati

Spunta un diario di scuola. «Istituto Ipc classe quarta». Era di Arturo Gussago, studente di destra indagato, arrestato e poi assolto nella prima istruttoria. Diventato avvocato senza mai rinnegare l’amicizia con Silvio Ferrari, è morto alla vigilia di Natale del 2021, a 65 anni. Altro indagato e altro materiale. «Rotolo iniziato di nastro plastificato di colore verde consegnato dalla signora Rosa Toniatto, madre di Ermanno Buzzi». E poi un quadro sempre appartenuto a Buzzi, il «Conte di Blancherie» come si faceva chiamare in virtù di un titolo nobiliare farlocco, condannato all’ergastolo per Piazza Loggia nel filone della prima indagine, ucciso in carcere a Novara nel 1981 e scagionato da morto quattro anni dopo, quando la Corte d’Appello di Venezia lo definisce «un cadavere da assolvere». La quantità di corpi di reato ancora sotto sequestro è la fotografia di 49 anni di indagini.

Gli oggetti delle vittime

Il maglione di una delle vittime della Strage - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
Il maglione di una delle vittime della Strage - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it

Una delle scansie centrali, del «reparto Strage», racconta delle vittime. Giulietta Banzi, Livia Bottardi, Clementina Calzari, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti, Alberto Trebeschi e Vittorio Zambarda. I loro nomi sono su altrettante buste. Una mensola è di fatto l’archivio degli effetti personali delle persone decedute per lo scoppio o ferite all’ombra della Loggia. Ci sono anche i capi di abbigliamento indossati quella mattina. Come un maglione bordeaux in ciniglia, con la zip strappata e i segni inequivocabili della tragedia. In uno scatolone sono invece stati catalogati tutti i referti medici dell’ospedale civile nelle ore e nei giorni successivi allo scoppio. Nei plichi delle otto vittime sono ancora intatte le provette che contengono le schegge e i frammenti repertati dai medici legali.

Gli ombrelli delle persone che erano in piazza Loggia il 28 maggio 1974 - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
Gli ombrelli delle persone che erano in piazza Loggia il 28 maggio 1974 - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it

E poi decine di ombrelli. Un cartone li contiene tutti. Spezzati e piegati dalla violenza della bomba. E raccolti sulla piazza in quella mattina di pioggia del 28 maggio 1974. Da allora sono sotto sequestro all’ufficio corpi di reato del tribunale. In un angolo che è un museo del dolore e della memoria.

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato