Strage di piazza Loggia, Cassazione: «Maggi è mandante certo»

Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni del verdetto che ha confermato l'ergastolo per Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte
Uno scatto realizzato in piazza della Loggia subito dopo lo scoppio della bomba - Foto Eden © www.giornaledibrescia.it
Uno scatto realizzato in piazza della Loggia subito dopo lo scoppio della bomba - Foto Eden © www.giornaledibrescia.it
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«Il compendio probatorio acquisito nei confronti di Maggi non lascia alcuno spazio per dubitare del suo ruolo organizzativo» nella strage di Brescia, «sul quale convergono non solo le dichiarazioni accusatorie di Tramonte e di Digilio, ma tutti gli altri elementi indiziari».

Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni, depositate oggi, del verdetto che il 20 giugno ha confermato l'ergastolo per i neofascisti Carlo Maria Maggi, mandante, e Maurizio Tramonte partecipe del piano stragista.

Ad avviso degli ermellini, «il riferimento al ruolo organizzativo svolto dal Maggi nell'organizzazione della strage di Piazza della Loggia deve essere ritenuto incontroverso e corroborato dal compendio probatorio» acquisito nei diversi gradi di giudizio.
Quanto a Tramonte, la Suprema Corte rileva che è lui stesso «dal luglio 1995 fino alla sua ritrattazione, avvenuta il 14 maggio 2002» - e ritenuta inattendibile - ad aver ammesso «di aver partecipato a una pluralità di riunioni in casa di Gian Gastone Romani, nel corso delle quali Maggi aveva illustrato ai presenti le proprie teorie eversive e gli sviluppi stragisti che ne sarebbero derivati».

Il dato processuale della partecipazione di Tramonte alle riunioni - compresa quella nella quale si pianificò la strage di Brescia - «nell'ambiente dell'eversione di estrema destra veneta» è «incontroverso». Dopo il verdetto della Cassazione, Maggi, che ha 80 anni e problemi di salute, è ai domiciliari a Venezia dove vive, mentre Tramonte (65 anni) è detenuto in Portogallo dove era scappato. 

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