Salviamo il Fiume Chiese lascia il presidio in piazza Duomo

La scelta dopo un anno davanti al Broletto «Dobbiamo tornare a fare attività sul territorio»
TORNARE TRA LA GENTE DEL CHIESE
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Un presidio troppo lontano dal Chiese (geograficamente e non solo), che in un anno ha sì messo sotto i riflettori le istanze ambientali, ma che ha anche allontanato gli attivisti dai luoghi delle stesse emergenze. Per questo motivo la Federazione «Salviamo il Fiume Chiese e il suo lago d’Idro» è uscita dal «Presidio 9 agosto», che da un anno staziona ininterrottamente davanti al Broletto, sospendendo la sua partecipazione.

L’addio

«In un anno abbiamo perso la posizione sul territorio», dicono i membri della Federazione, che ingloba 26 associazioni e oltre 1.500 attivisti lungo sull’asse del fiume. «Partecipando ad un presidio esclusivamente oppositivo, che è stata una bellissima esperienza, - spiega il presidente Gianluca Bordiga - dopo un anno ci siamo sentiti limitati. Il nostro approccio è infatti sempre stato più culturale e divulgativo e avevamo bisogno di sviluppare un nostro progetto».

Il presidio in piazza Paolo VI - © www.giornaledibrescia.it
Il presidio in piazza Paolo VI - © www.giornaledibrescia.it

Così lo scorso 14 giugno in un’assemblea a Calvisano i delegati della Federazione hanno deciso all’unanimità di sospendere l’attività del presidio per tornare nei territori. «C’era anche una sempre crescente difficoltà a coprire tutti i turni, giorno e notte. Il presidio è nato per contrastare la nomina del Commissario straordinario alla depurazione del Garda, in quel momento c’era bisogno di fare un’azione urgente ed eclatante. È stata un’esperienza importante, ma abbiamo registrato una certa fatica dopo un periodo così lungo».

Zero polemiche

Nessuna polemica, nessuna divergenza di vedute, assicura Bordiga, che continua a definire gli altri ambientalisti del Presidio «alleati». Sotto il tendone del Broletto, però, un certo irrigidimento dopo la decisione della Federazione c’è stato e dopo apposita assemblea si è deciso di proseguire ad oltranza con la protesta. Il dialogo - comunque - proseguirà - e nei prossimi giorni si terrà un incontro congiunto.

La priorità, per la Federazione, è però ora quella di tornare sull’asse del Chiese: con uno spirito divulgativo gli attivisti avvieranno un tour-performance di 31 tappe in ognuna delle 31 comunità bagnate dal fiume e dal suo lago, fino al Trentino. «Sarà un messaggio attraente, leggero e unitario - conclude Bordiga - per far comprendere a tutte le popolazioni e le Amministrazioni che il fiume va difeso se si porta rispetto alle sue acque e al suo rilassamento morfologico del lago». Il progetto, che resta top-secret nella sua sostanza, vedrà la luce tra ottobre e novembre dopo un anno di lavori.

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